Stasera il voto al parlamento UK. Dopo la chiusura, trimestrale di Apple.

Considerando il tenore del newsflow di ieri pomeriggio/sera, l’S&P 500 (-0.8%) non ha chiuso nemmeno poi così male. Oltre al profit warning di Nvidia e il deciso “miss” di Caterpillar (entrambi con chiari riferimenti alla debolezza cinese) abbiamo avuto anche l’incriminazione ufficiale di Huawei  e della CFO Meng Wanzhou per furto di tecnologia e frode, con connessa richiesta di estradizione al Canada. Notizia scontata, secondo i più, ma certo giunta non proprio a proposito, con i colloqui tra il Vicepremier  Liu He, accompagnato dal Governatore PBOC Yi Gang, e la delegazione USA (Mnuchin, Lighthizer, Kudlow, Ross e Navarro) in procinto di iniziare domani a Washington.
L’azione costringe la Cina a reagire in qualche modo, e non crea un buon clima per le negoziazioni, sulle quali si sono create attese positive grazie alla recente retorica costruttiva delle parti.
La vicenda costituisce un monito che i problemi tra Cina e USA non sono di facile soluzione, e solo tregue e accordi parziali, motivati da mutua convenienza a non danneggiare troppo le proprie economie, sono possibili. Va detto che recentemente la sensibilità della Casa Bianca verso le condizioni del ciclo sembra assai aumentata, come si nota anche dal fatto che Trump ha fermato lo shutdown senza alcuna garanzia di finanziamento per il suo muro. E’ vero che questa mossa tra origine più dal deterioramento dei sondaggi che non dall’impatto sull’economia. Ma un pronunciato rallentamento ciclico eserciterebbe sui sondaggi i medesimi effetti.
Dal canto suo la Cina è strenuamente impegnata nel tentativo di stabilizzare la propria economia, e ha tutto l’interesse a eliminare, sia pure temporaneamente, l’ostacolo dell’aumento dei dazi.
Personalmente, mi aspetto che il summit a Washington produca progressi in direzione di un prolungamento della tregua. Ma questa è anche l’attesa dei mercati, che non prezzano minimamente un fallimento dei colloqui.

La seduta asiatica stanotte ha avuto un andamento ancora contrastato, ma a sua volta accettabile, visto il newsflow (conferma da Canada che la richiesta di estradizione è arrivata; dichiarazioni dei cinesi che le accuse sono ingiuste e “immorali” e  richiesta di ritiro delle stesse). L’azionario cinese è risultato poco mosso, con la tendenza delle large caps a outperformare. Quest’aspetto è illustrato sia dalla prosecuzione dell’outperformance delle “H” shares rispetto alle “A” shares che, sul mercato locale cinese, dalla forza relativa del CSI 300, rispetto allo SHCOMP, e con il Chinext small caps che resta sui minimi.
Ecco: un segnale importante che lo stimolo erogato sta ingranando sarebbe costituito da un catch up del Chinext (-0.5% da inizio anno) rispetto a Shanghai Composite (+4%) e CSI 300 (+6%). Per ora ci sono aspettative, speculazione e poco altro.

Certo, non si può dire che manchi l’impegno, da parte delle autorità cinesi. Da Dicembre la National Development and Reform Commission (NDRC) ha approvato 16 progetti di nuove infrastrutture per un totale di 163 bln $. Oggi la Commissione ha varato le annunciate misure di stimolo ai consumi, e il regulator ha tagliato lo spread minimo a cui i governi locali possono emettere bonds pre finanziare la loro attività. Apparentemente l’ammontare del pacchetto fiscale sarà del 3% del GDP, ben distante dal 13% varato nel 2008, ma comunque sempre pari alla cifra considerevole di 2.5 trilioni di Yuan (370 bln $).
In gran parte si tratta di notizie note e la reazione alle comunicazioni NDRC è stata modesta, con i principali indici compresi tra il +0.32% di Shenzen (CSI 300) e il -0.8% di Taiwan. Seul (+0.3%) continua a ben figurare, il che, come accennavo ieri, è positivo per il Global Trade.

L’incerta apertura europea ha successivamente lasciato il posto ad un clima più costruttivo. Mnuchin ha dichiarato di attendersi progressi dal summit (*MNUCHIN EXPECTS SIGNIFICANT PROGRESS IN TALKS WITH CHINA ) Si sa, lui è il poliziotto buono, insieme eventualmente a Kudlow.
Sul fronte macro, interessanti news dalla Francia. La consumer confidence di gennaio ha mostrato un rimbalzo assai più forte delle attese (91 da 86 vs attese per 88), a dimostrazione che la nuova strategia comunicativa di Macron (il “dibattito nazionale” di 60 giorni) sta portando frutti, una cosa che si notava anche dal rimbalzo nei sondaggi.
Sul fronte Brexit, la giornata parlamentare era dedicata all’esame dei 14 emendamenti proposti, per decidere quali sarebbero stati ammessi al voto. La May ha supportato il “Murrison/Brady” che propone di modificare il “backstop” per il confine con l’Irlanda. Nel contempo, la Premier sta cercando di ottenere un nuovo mandato a negoziare con l’EU, ma quest’ultima sembra compatta nel rifiutare nuove negoziazioni, anche se probabilmente si tratta di una tattica. Per contro, l’emendamento “Cooper”, che mira ad estendere l’articolo 50 in assenza di un accordo approvato, è stato ammesso al voto, e apparentemente sarà supportato dai Laburisti, il che gli attribuisce un’elevata probabilità di essere approvato e diventare vincolante. Un estensione di quella portata (fino a fine anno) permetterebbe di indire eventualmente nuove elezioni o anche un referendum. I voti sono previsti dalle 19 GMT in poi, uno ogni 15 minuti. Vedremo.

Diversamente da quella francese, la consumer confidence USA ha deluso significativamente le attese (120.2 da prec 126.6 e vs stime per 124). La pietra dello scandalo è un crollo delle attese (da 97.7 a 87.3 e minimo da ottobre 2016), senz’altro legato allo shutdown. Ci troviamo di fronte quindi a un fenomeno largamente emotivo. Non a caso la componente coincidente ha tenuto e la percezione del mercato del lavoro è perfino moderatamente migliorata.
Dall’apertura, Wall Street ha mostrato una price action nervosa. Al di la del dato di confidence, e i colloqui di domani a Washington, si guarda alle trimestrali eccellenti che incombono  dopo la chiusura stasera, tra cui Apple, Ebay e AMD. Soprattutto la prima tiene col fiato sospeso, dopo il profit warning di inizio anno. E poi domani abbiamo il FOMC, con annessa conferenza stampa. Non essendo prevista alcuna variazione dei tassi, il mercato si concentrerà sui messaggi, in particolare in relazione alla Balance sheet reduction, dopo le ultime indiscrezioni secondo cui all’interno del Committee si sta discutendo dell’eventualità di arrestarla prima del previsto. Dopo la reazione di dicembre, è probabile che Powell sarà prudente, e prenderà atto del deterioramento dei dati.

Il nervosismo oltreoceano non ha inflitto troppi danni alla seduta europea, che chiude con discreti progressi (ad eccezione del Dax, al palo). A mostrare il generale miglioramento del Sentiment anche il rimbalzo del petrolio, senza catalyst particolari (le sanzioni al Venezuela erano note ieri). Stabili i cambi, in attesa del voto di stasera e del FOMC di domani, sul fronte tassi alla sostanziale stabilità dei rendimenti tedeschi si è contrapposto un bel denaro su tutta la curva italiana, con il risultato che lo spread segna un nuovo minimo relativo a 243 bps.