Sesta seduta positiva a fila per l’Eurostoxx 50. L’S&P 500 al test della resistenza.

Un altro robusto rally a Wall Street ieri sera (+0.9% grazie a financials e industrials) ha consegnato all’Asia un buon momentum stanotte. Aggiungiamoci che il Consulente della PBOC Liu Wei ha dichiarato a Cina Daily che c’è spazio per ulteriori iniezioni di liquidità, e che la CSRC ha comunicato di aver tenuto (e di aver intenzione di continuare a tenere) seminari con le aziende quotate per raccogliere informazioni sul quadro macro e finanziario e  suggerimenti per stabilizzare i mercati, e sorprende poco che anche oggi l’azionario asiatico abbia sostanzialmente tenuto (con l’eccezione di Sidney), nonostante l’assenza di sviluppi positivi sul tema trade.
Sul fronte macro,  il  CPI cinese di giugno è uscito il lieve rialzo in linea con le attese (+1.9% YoY). I prezzi alla produzione, per contro, sono saliti leggermente sopra le  attese (4.7%). E’ possibile che nei prossimi mesi i dazi abbiano un modesto effetto positivo sui prezzi in Cina. Se poi Trump realizza le sue minacce, sarà più marcato.

L’apertura europea ha avuto un tono leggermente più dimesso. Intanto, dopo alcuni dati sopra attese nei giorni scorsi, gli “hard data” hanno ripreso a deludere un po’ in Eurozone: la  produzione industriale francese (-0.2% da prec -0.5% e vs attese per +0.7%) è ulteriormente calata a maggio, mentre quella  italiana è uscita più o meno in linea con le  attese (+0.7% da -1.3% e vs attese per +0.8%. Negatività anche dal  lato  survey: lo ZEW di  luglio in Germania ha sottoperformato le  stime che già lo davano in calo sia su current situation (72.4 da 80.6 e vs attese per 78.1) che expectations (-24.7 da -16.1 vs attese per -18.9). Personalmente, il crollo dello Zew non mi preoccupa troppo. E’ una survey di operatori finanziari, e come tale assai più sensibile all’impatto delle tensioni commerciali sul sentiment. Non a caso, PMI e IFO hanno tenuto assai meglio. Le news hanno contribuito a indebolire l’€, che ha trascorso  la  mattinata a perdere terreno,  ma i bonds core non ne hanno tratto alcun supporto.

Sul fronte Brexit, sembra che per il momento il numero di lettere (48) richieste per ottenere un voto  di sfiducia per la  May non sia stato raggiunto,  e comunque perchè una mozione del genere passi servono 159 voti in Parlamento. In generale non sembra che i Conservatori più  radicali sulla brexit abbiano i voti per buttare giù l’esecutivo, o promuovere un agenda più aggressiva. In questo senso, le  dimissioni di Davies e Johnson possono ottenere l’effetto di rafforzare il  Governo May e indirizzare il  paese  verso un modello più morbido di Brexit. Ciò detto, resta il problema di trovare una quadra con l’EU, che comprenda una soluzione per la  frontiera con l’Irlanda.
Sul fronte macro, la prima stima del GDP UK del secondo trimestre conferma il rimbalzo, favorito dal settore costruzioni. La Sterlina ha recuperato ancora terreno.

In US, l’Indice NFIB small business optimism di giugno, uscito inspiegabilmente in anticipo a metà mattinata, è calato meno delle attese (107.2 da prec 107.8 e vs stime per 106.9), e resta sui massimi storici. Il principale problema delle piccole aziende US resta reperire lavoratori qualificati (36%), e un elevata percentuale (20%) ha in programma di creare nuovi posti di lavoro. Elevata anche la  percentuale di aziende che segnala un aumento di salari. Citigroup ha preso la  serie e la  ha messa  a confronto con l’employment cost index, ritardato di 9 mesi. Il  grafico mostra il  gap che questo indicatore dovrebbe colmare.


Fonte Citigroup, Haver Analytics

Recentemente, la preoccupazione dei mercati sul fronte inflazione si è attenuata, soppiantata da quella sul fronte global trade. Ma le dinamiche osservate continuano a essere assai  costruttive. Ad esempio, la  underlying inflation gauge FED, un indicatore che avevo citato l’anno scorso di questi tempi, quando sembrava che l’inflazione US fosse morta e sepolta, continua a salire, ed ha raggiunto il 3.27% in maggio.


Giovedi abbiamo il CPI US di giugno, atteso al 2.9% e 2.3% per la core. Chissà se un dato sopra attese può riportare la questione di attualità.

In assenza di turbative particolari, Wall Street ha aperto moderatamente positiva, e ciò è  stato sufficiente a permettere all’Eurostoxx 50 di chiudere positivo nientemeno che per la sesta seduta  a fila, nonostante un breve sussulto causato dal rimbalzare sui media di alcune dichiarazioni fuori contesto del Ministro degli Affari Europei Savona ( ITALY’S SAVONA SAYS IT MAY DEPEND ON OTHERS WHETHER ITALY STAYS IN EURO, AND I SAY WE NEED TO BE READY FOR ALL EVENTUALITIES). Le headline sono state estrapolate dal  discorso di Savona alle Commissioni UE di Camera e Senato. Il BTP ha fatto un po’ più di fatica a scrollarsi di dosso l’effetto Savona, ma comunque chiude la seduta con un marginale restringimento dello spread, grazie a un moderato rialzo dei rendimenti tedeschi.

Sul fronte tecnico, la  situazione per l’S&P 500 si fa interessante. Tre sedute consecutive di rialzi significativi (2.5% in aggregato) hanno portato l’indice a contatto con la resistenza in area 2790-2800, che lo ha respinto già 3 volte negli ultimi mesi. L’ipercomprato di breve suggerirebbe per lo meno una pausa su questi livelli. Detto questo, il crescere del numero di test di una resistenza di solito depone a favore di una rottura rialzista nei prossimi giorni. Vedremo.