Recupero del sentiment sui mercati. Btp sugli scudi dopo incarico a Conte

Non ci hanno messo molto, i mercati azionari, a riprendersi dal pessimo ISM manufacturing. Ieri sera, l’S&P 500 ha limato le perdite in chiusura, terminando su livelli negativi (-0.69%), ma che sostanzialmente si erano già osservati prima del dato. In nottata, i future hanno recuperato ulteriormente, presentandosi all’apertura europea a contatto con la parte superiore del recente range, illustrato ieri sera.
Un comportamento bizzarro, a prima vista: l’economia USA continua a dare segnali di perdita di momentum, e il newsflow sulla trade war, dopo l’escalation delle ultime settimane, non accenna a migliorare in maniera stabile, al di la delle dichiarazioni velleitarie di Trump. E’ evidente che pare del deterioramento delle aspettative macro, catturato dalle survey, si deve all’incertezza legata alle frizioni commerciali tra USA e Cina/resto del mondo. E abbiamo il segnale dell’inversione della curva dei tassi US, che in passato ha sempre indicato l’incombere della fine del ciclo di espansione, e l’arrivo di un bear market.
Un quadro decisamente sfavorevole all’azionario.

Ciò detto, vi sono alcuni importanti fattori da considerare, prima di concludere che è imminente una profonda correzione dei corsi.
1)  tra 14 giorni c’è la FED, ed eventuali cattive notizie su macro e/o trade war vengono assorbite meglio dai mercati, perchè ci si immagina che il FOMC possa aumentare la sua reazione (ad esempio tagliando di 50 bps i tassi il 18 settembre, come suggeriva ieri Bullard). La reazione di ieri è esemplificativa: dato pessimo e l’azionario ha sostanzialmente tenuto
2) Proprio perchè i motivi di scetticismo sono più che evidenti, il mercato è posizionato in maniera assai difensiva. Detto ieri del Fear/greed model, siamo pieni di statistiche che danno lo stesso messaggio. Nella AAII survey i Bulls sono risultati sotto il 30% per tutto agosto. Sentimentrader osserva che questo tipo di letture si è dimostrato foriero di ottime performance a 3 mesi (media 5.5% e win rate 93%). Nelle ultime 4 settimane gli investitori hanno riscattato da fondi azionari ed ETF oltre 40 bln secondo Lipper. I
settori difensivi continuano ad outperformare il mercato e i safe heaven assets sono su massimi relativi, in alcuni casi significativi. Si notano divergenze positive come la Advance/decline line che fa nuovi massimi a fronte dell’indice generale che corregge, e altre indicazioni di breadth del mercato positive.
3) La serie di notizie negative sul fronte macro potrebbe spingere Trump a siglare un altra tregua temporanea con i Cinesi, anche solo formale (ad esempio la fissazione di nuovi colloqui). La crescente serie di tweet aggressivi nei confronti della Fed e ambigui nei confronti della Cina sembra indicare un crescente stato di nervosismo del Presidente.

Per questi motivi, sospetto che Wall Street potrebbe mostrare più resilienza del previsto nei prossimi giorni, e, in assenza di notizie particolarmente nefaste, potrebbe uscire al rialzo dall’attuale consolidamento, dirigendosi nuovamente verso nuovi massimi. Un posizionamento più in linea con i (brutti) fondamentali diventerà appropriato più avanti, su livelli diversi e con sentiment e  positioning più equilibrati, a mio modo di vedere.

Allungando un po’ l’orizzonte temporale, ricordo che, per quanto l’inversione della curva dei tassi USA sia sempre stata un segnale infausto, per economia e azionario, in realtà l’S&P 500 ha storicamente messo a segno buone performance nei 4/6 trimestri successivi all’ inversione. Questa tendenza si è accentuata negli ultimi episodi.

Questa circostanza è dovuta al fatto che normalmente il segnale precede di parecchio l’inizio della recessione (in media 19 mesi). Ma, a mio modo di vedere, dipende anche dal fatto che l’azionario trae sollievo dalla rapida azione della Fed (cosa che sta avvenendo adesso) salvo poi rendersi conto che questa non evita la recessione. Non a caso il picco dell’azionario (linea puntata bianca nel grafico sotto) è arrivato dopo il livello massimo di inversione della curva e in 2 occasioni dopo la disinversione, quando la curva scontava easing cycle robusti. Nel 2.000 arrivò subito dopo l’inversione, ma eravamo in presenza di una bolla azionaria di enormi dimesioni.

Quindi, la storia passata, come osservato più volte, mette in guardia dall’assumere posizioni strutturalmente troppo difensive come conseguenza dell’inversione delle curve. In questo caso, ritengo però che, se effettivamente dovesse arrivare una recessione nei prossimi 12 mesi (le curve USA hanno iniziato a invertirsi a fine 2018), difficilmente avremo una performance così generosa come negli ultimi 2 casi. Questo perchè la curva si è invertita coi Fed Funds al 2.5%. Fossero stati più alti, si sarebbe probabilmente invertita molto prima. Inoltre la FED ha meno spazio per tagliare i tassi, e le curve scontano già Fed Funds sotto l’1% entro 12 mesi. Quindi le quotazioni attuali hanno incorporano già gran parte dell’easing effettuabile coi tassi, mentre resta a disposizione il QE.

Venendo alla seduta odierna, come accennato sopra, il sentiment ha recuperato ulteriore terreno durante la seduta asiatica. A fare da traino, Kong Kong e “H” shares cinesi, dopo indiscrezioni, successivamente diventate ufficiali, che la Premier Carrie Lam avrebbe ritirato il contestato progetto di legge sull’estradizione. Notizie buone, a margine, anche in Cina dove il PMI servizi markit di Agosto è uscito meglio delle attese (52.1 da prec 51.6 e vs attese per 51.7) . Relativamente alle recenti attese di nuovo stimolo monetario e fiscale, vale la pena di menzionare che a metà seduta europea il China Cabinet ha comunicato che vi saranno ulteriori “tempestivi”  tagli alla riserva obbligatoria bancaria, e che la quota di emissioni di bonds dei governi locali sarà in parte anticipata.

A supportare il sentiment, all’apertura europea, un altro paio di situazioni specifiche:
** La reazione degli asset italiani all’approvazione della coalizione da parte degli iscritti alla piattaforma Russeau. Btp e Piazza affari sono partiti subito in denaro, e lo spread è calato vistosamente.
** In UK, dopo la perdita della maggioranza alla Camera dei Comuni maturata ieri, in serata Boris Johnson ha incassato un’altra sonora sconfitta, con l’approvazione, con un margine di 27 voti (di cui 21 di Conservatori che hanno votato contro il proprio partito) della mozione che apre all’approvazione di una legge anti “no deal brexit”. Johnson ha espulso dal partito i ribelli, e dichiarato che se la legge passerà, lui richiederà nuove elezioni. Ma l’opposizione ha dichiarato che non le concederà (serve maggioranza qualificata dei 2/3) finchè la legge non diviene effettiva. Quindi sembra probabile che, se vi saranno (il che vuol dire che non vi sarà alcun Governo di unità nazionale), saranno accompagnate da un estensione dell’articolo 50, che allontana lo spettro del No deal nel breve. Naturalmente vi sono ancora parecchi ostacoli (ostruzionismo alle camere, bocciatura del provvedimento, oppure successo a sorpresa di Johnson nel sciogliere il Parlamento che aprirebbe a elezioni senza la legge che impone l’estensione), ma è un fatto che la Sterlina da ieri mattina ha cambiato volto.
Nessuna delle 2 situazioni sarebbe risultata in grado, da sola di sovvertire un sentiment greve, ma, messe insieme, sono state in grado di accentuare il rimbalzo del risk appetite.

Stamattina in Europa era poi prevista la pubblicazione dei PMI finali servizi e composite di agosto. I numeri Eurozone hanno visto una marginale revisione al rialzo (0.1 per entrambi i PMI) grazie al +0.3 della Germania e al +0.1 della Francia. Riguardo i numeri non pubblicati in sede flash, bene la Spagna (+1.4 a 54.3 i servizi, +0.9 a 52.6 il composite) e male l’Italia (-1.1 a 50.6 i servizi, -0.7 a 50.3 il composite). Ma in questo momento l’attenzione degli investitori nel bel paese, è nel varo del nuovo Governo, raccogliticcio e traballante, ma sicuramente assai più favorevole – e gradito – all’EU.

Così l’azionario continentale ha preso il largo accumulando in generale buoni progressi. La forza del sentiment ha infine sortito effetti sui rendimenti core, che hanno mostrato rialzi a tratti sontuosi. Al movimento possono aver contribuito le dichiarazioni della lagarde che ha esortato chi ha spazio di manovra fiscale ad usarlo, Ciò si è riflesso anche sull’€ che è tornato sopra 1.10 vs $.
Nel pomeriggio Wall Street è partita con un tono analogo e a metà seduta sembra avviata a recuperare le perdite di ieri. Le prossime ore forniranno informazioni importanti, a cominciare da stasera, con il beige Book Fed e le vendite d’auto di Agosto, e poi domani con vari dati macro tra cui l’attesissimo (dopo ieri) ISM non manufacturing di agosto.
La chiusura europea ha visto la comparsa di modeste prese di beneficio che però lasciano i progressi su livelli più che decenti. Detto dell”€, i rendimenti core hanno ritracciato un po’ nel finale di seduta, ma il BTP ha mantenuto intatta la sua forza segnando il nuovo minimo storico sul 10 anni (0.81%). Spettacolare il rialzo del petrolio, su attese di scorte in calo domani.

Sul fronte tecnico l’S&P 500 sembra sul punto di testare nuovamente la parte alta del recente consolidamento (2935 area), che lo ha respinto ad agosto già 4 volte. Il mercato potrebbe andare a caccia degli stop che probabilmente si trovano in area 2950 e da li prendere lo slancio per attaccare nuovamente 3.000. Lo scenario negativo è invece subordinato alla rottura dei minimi di agosto in area 2835.