Non si attenua la morsa sui tassi. Nuovi massimi del Dollaro.

NB: LAMPI SALTA UN USCITA DOMANI E TORNA MERCOLEDì 27 SETTEMBRE

Venerdì sera Wall Street ha recuperato un po’ dai livelli peggiori della seduta, per chiudere comunque con perdite pesanti (S&P 500 -1.72%, Nasdaq 100 -1.66%). Ad un ora dalla chiusura, l’S&P 500 cedeva il 2.95%, per cui  i flussi di ricopertura pre week end sono stati comunque percettibili. Si è trattato comunque della quarta seduta di calo di seguito, la settima su nove. Vedremo se oggi la serie si allungherà. Di certo vi è che l’entità delle liquidazioni comincia ad essere davvero rilevante. Qualunque indicatore di sentiment si trova su livelli estremi: per fare esempi tra i più utilizzati, il put call ratio a Wall Street, ha superato quota 1, un livello visto 3 o 4 volte nell’ultimo decennio. La AAII survey mostra il massimo livello di “bears” della sua storia, quasi il 61% e la maggior divergenza tra bulls e bears.
 La volatilità non è certo stata confinata nell’azionario, con i cambi in totale subbuglio (peggior seduta per la sterlina dal 1992, e nuovo minimo per l’€, tra i vari record) e con i rendimenti UK in esplosione e gli altri a ruota in rialzo. Ormai la curva USA prezza un 4.30% per fine anno e un picco al 4.7% tra maggio e giugno2023 e quella EU il 2% per fine anno e un 3.15% tra 12 mesi.
Nel week end hanno tenuto banche le elezioni in Italia. E’ inutile che vi riassuma i risultati, che sono stati grossomodo in linea con le attese. A margine, una maggioranza ancora più netta per il centrodestra, ma la buona performance relativa di Forza Italia rispetto alla Lega sembra indicare un minor coefficiente di antieuropeismo del futuro esecutivo. Che le elezioni politiche 2022 non siano state, fin qui, un market mover lo si vede dal fatto che, nonostante l’abbondanza sui media internazionali di titoli del tipo “in Italia l’estrema destra al potere” oggi Piazza Affari ha outperformato le altre borse EU, sputando ancora premio al rischio politico. Diversa la sorte del BTP, finito preda del sentiment generale sui bonds e della furia delle banche centrali.
Ma andiamo per ordine. La seduta asiatica è stata parecchio tribolata. D’altronde, la Sterlina è precipitata a nuovi minimi (1.036 vs$) trascinando con se l’€ (0.955) e il resto. Questo perchè il Cancelliere dello Scacchiere Kwarteng, non contento del macello causato,  ha annunciato che vi sarà ulteriore stimolo fiscale. I rendimenti sono rimasti volatili, con quelli UK in ulteriore esplosione. Gli indici dell’area avevano da fattorizzare gli eventi di venerdì, e così tra le principali piazze Tokyo, Taiwan, Vietnam, e Seul cedono ben oltre il 2% e Sydney e Mumbai ci vanno vicino. Meglio le borse cinesi, con lo HSCEI in grado di chiudere in progresso grazie alla forza inattesa del tech, apparentemente grazie alla riapertura di Macau, ma molti colossi che hanno relativamente a che vedere col gioco (Tencent, Ali Baba) hanno fatto bene. Anche Jakarta ha outperformato, pur cedendo frazioni di punto. Sul fronte politica monetaria, il Giappone ha comunicato l’aumento degli acquisti di bonds per contrastare le spinte rialziste sui rendimenti. Vedremo quanto riusciranno ad andare avanti con la BOJ che vende yen e il Tesoro che li compra. E la PBOC ha aumentato la riserva a fronte vendite forward dello Yuan, per tentare di sostenerne il corso.
* BANK OF JAPAN TO BOOST BOND PURCHASES AT REGULAR OPERATION
* PBOC IMPOSES 20% RISK RESERVE REQUIREMENT ON FX FORWARD SALES

L’apertura europea ha visto gli indici andare rapidamente a scontare l’ulteriore peggioramento del sentiment. L’apertura del contante, alle 9, ha però visto lo svilupparsi immediato di un forte short squeeze, guidato dall’azionario italiano, che ha beneficiato delle citate ricoperture, visto che l’esito elettorale era scontato. Il recupero è stato anche favorito forse da indiscrezioni circolanti che la Bank of England avrebbe preso la parola in giornata per commentare i recenti fatti.
Alle 10.00, l’IFO tedesco ha deluso le aspettative, che già lo vedevano in calo, mostrando un crash ulteriore delle aspettative ai minimi dal aprile 2020, punto più basso della crisi Covid.

Il report è coerente con una contrazione dell’economia nel terzo trimestre/quarto trimestre del 2022. Ma d’altronde ce l’ha già detto la Bundesbank.
La mattinata è trascorsa in trepidazione per le possibili comunicazioni della BOE, e qualche notizia dal conflitto, con i referendum nel Donbass che dovrebbero concludersi domani, per poi capire se Putin dichiarerà l’annessione da subito o no, e la Cina e l’India che iniziano a stufarsi e vorrebbero farsi promotrici di un improbabile pace.
**CHINA WILL HELP DE-ESCALATE UKRAINE CRISIS IN ITS OWN WAY: WANG – BBG

Nel primo pomeriggio erano previste un paio di release minori in US: sia il Dallas FED manufacturing di settembre che l’ormai vecchio Chicago Fed national activity index di agosto hanno deluso le attese.

L’apertura di Wall Street ha visto gli indici tentare una nuova sortita in positivo, con il Nasdaq a guidare il movimento, una cosa strana in una fase di aggressivo rialzo dei tassi. La cosa è durata poco, e complice la comparsa della Bank of England con una serie di dichiarazioni di circostanza che che hanno parzialmente deluso l’uditorio (qualcuno si sognava perfino l’annuncio di un meeting straordinario), equity, bonds e cross contro dollaro hanno ripreso a cedere progressivamente terreno.
*BOE’S BAILEY MONITORING DEVELOPMENTS IN FINL MARKETS V. CLOSELY
*BOE SAYS IT WON’T HESITATE TO CHANGE RATES AS MUCH AS NEEDED
*BOE TO ASSESS POUND DROP, FISCAL PLAN AT NEXT SCHEDULED MEETING

A pomeriggio inoltrato il monitor dei tassi aveva assunto di nuovo l’aspetto di un terreno vulcanico, con esplosioni dei rendimenti in UK, violenti rialzi in US e sulla curva italiana, e rialzi appena più moderati altrove. Un aspetto aggiuntivo che va ad aggravare l’inasprimento delle condizioni finanziarie è che, con le aspettative di inflazione di medio termine tenute a bada dall’aggressività delle banche centrall l’aumento dei tassi nominali si traduce interamente in aumento di quelli reali: In US i tassi reali a 10 anni sono ai massimi dal 2008. In Eurozona, dove sono stati negativi continuativamente dal maggio del 2014 a inizio settembre, a 0.43% sono ai massimi dal 2011.


La salita da inizio anno è di 250 bps in US, e 220 in Eurozone. Un tightening da paura.
La chiusura europea vede i principali indici mostrare perdite marginali, con Milano positiva. La distribuzione settoriale è però accidentata, con banche, risorse naturali, utilities e health care e real estate pesanti, e IT, consumer discretionary e energy positivi. Sui cambi, altro massacro da parte del Dollaro, mentre sui tassi un asta treasury 2 anni debole e col rendimento d’asta ai massimi dal 2007 ha accentuato la debolezza (vedi schema sotto). Il Future sul BTP ha ceduto parecchio terreno dopo la chiusura del contante e quindi domani la carta italiana in assenza di cambiamenti del quadro potrebbe aprire molto debole. Se così fosse, non scommetterei su una prosecuzione dell’outperformance di Piazza Affari. Le commodities non si sottraggono alla debolezza generale.
Coerentemente con questi sviluppi, Wall Street ha accumulato altra debolezza dopo la fine degli scambi in Europa, e sembra intenzionata a infilare la quinta seduta negativa di seguito, ottava su 10, anche se di recente l’ultima ora ha spesso coinciso con ricoperture, e potrebbe avvenire anche oggi, visti anche gli eccessi segnalati in apertura del pezzo. In generale, le condizioni dei mercati, sia obbligazionario che azionario (la liquidità sul primo è ormai devastata), sono di quelle che di solito marcano minimi di breve. Per ora però non si è visto alcun tentativo convincente.

La settimana propone diversi eventi.
Domani, oltre al citato termine dei referendum nel Donbass abbiamo in US il durable goods orders e le new home sales di agosto, insime coi prezzi delle case (case Shiller) USA di luglio, e il Richmond Fed di settembre. Mercoledì abbiamo in US le pending home sales di agosto, e in Eurozone le consumer confidence in Germania, Italia e Francia. Giovedì abbiamo il CPI flash di settembre in Germania, e in US i sussidi di disoccupazione e la lettura finale del GDP del secondo trimestre. Chiudiamo venerdì con il CPI flash di settembre in Francia, Italia e EU, e in US il PCE di agosto, il Chicago PMi e la U. of Michigan Consumer Confidence.

*LAGARDE: OUTLOOK IS DARKENING

*LAGARDE: INFLATION REMAINS FAR TOO HIGH

*LAGARDE: ACTIVITY TO SLOW SUBSTANTIALLY IN THE COMING QUARTERS