Migliorano i numeri sull’infezione in Cina e prosegue il rally azionario globale

Ieri sera, il consueto record di Wall Street è avvenuto in un contesto più sottotono rispetto al solito,  con gli indici che hanno chiuso più  vicini ai minimi di seduta che ai massimi (S&P +0.17%, Nasdaq +0.11%). Il motivo è apparentemente da ricercare in un iniziativa della Federal Trade Commission: l’agenzia governativa USA ha richiesto ai principali unicorni del Nasdaq (Google,  Facebook, Amazon, Microsoft e Apple) di produrre informazioni sulle acquisizioni effettuate negli ultimi 10 anni, allo scopo di valutare se la competizione ne è stata danneggiata. La possibilità che queste beneamate degli investitori finiscano sotto il mirino dell’antitrust ha bagnato loro le polveri,  contribuendo eventualmente ad alimentare prese di beneficio.
Non che la pausa sia durata più di tanto. Dall’inizio della seduta asiatica in poi, indici e futures hanno ripreso a macinare, e a fine seduta gli indici dell’area hanno tutti mostrato progressi, ad eccezione di Jakarta. Sempre più  spettacolare la performance del Chinext, indice di Shenzen, specializzato in piccole aziende e tecnologia, che ha chiuso in rialzo del 2.8% e scambia quasi un 5% sopra i livelli pre escalation dell’epidemia. Qualcuno ha legato la performance di questo indice alla  circostanza che la  speculazione azionario è  una delle poche attività che restano a chi è chiuso in casa senza poter uscire.

Allargando un po’ il quadro, l’ulteriore recupero del sentiment può essere fatto risalire al trend di miglioramento dei dati in Cina, che si evince bene dal grafico di Capital Economics: numero di nuovi infettati in ulteriore calo, morti in calo, ristabiliti in accelerazione.

I dati ufficiali sembrano confermare che il picco dell’infezione è stato nella prima settimana di Febbraio, e che le  misure di contenimento stanno funzionando.
Quello a  cui il mercato non sembra dare alcun peso, per  il momento, è  il  costo  di queste misure di contenimento, e a quale potrebbe essere il decorso neel momento in cui verranno allentate Le notizie fluiscono in ordine sparso. Solo  per citarne alcune:
**  La  Foxconn ha in programma di raggiungere il  50% dell’output entro fine mese e l’80’% entro marzo.
** Il mercato immobiliare nelle prime 10 città è fermo: solo 123 case vendute nei primi 3 week ends post capodanno
**  Kering riferisce che metà  dei suoi outlet restano chiusi e che un trimestre di contrazione per il lusso è da prendere in considerazione
** AirBbnb ha confermato la sospensione delle prenotazioni fino a maggio
** L’OPEC ha tagliato la stima di domanda di petrolio nel primo trimestre di 440.000 barili al giorno e quella dell’anno di 230.000 barili, a poco sotto 1 mln B/D.

Volendo essere un filo più  scentifici, Goldman Sachs ha pubblicato una serie di indicatori ad alta  frequenza dell’attività economica in Cina, i quali confermano un livello bassissimo di interazione.
Il consumo di carbone da parte dei generatori  è rimasto  sui livelli delle feste. Il traffico di passeggeri e il  congestionamento stradale  viaggiano rispettivamente al 20% e al  75% del solito, e l’immobiliare è quasi completamente fermo.

E si sprecano le  descrizioni di aereoporti, campus universitari, centri commerciali vuoti, da parte degli europei che vivono in Cina.
Il conto che apparentemente fa il mercato, è che questo stop si riveli temporaneo, e che il grosso venga recuperato nel secondo semestre, con una brusca accelerazione dell’attività, una volta che l’infezione si sarà calmata, e l’attività  riprenderà. Ovviamente questa view richiede che il  quadro continui a migliorare nei prossimi giorni e quindi le misure possano venire allentate, e la psicosi passi. Se così non fosse, l’impatto sui dati diventerà più marcato e duraturo, anche perchè le aziende private inizieranno a licenziare, e i consumi ne risulteranno impattati in maniera più  permanente.
Questa view ottimista è supportata da  attese di enorme supporto da parte di politica monetaria e fiscale (supporto che, in Cina e in altri paesi asiatici, è già in divenire), e l’impressione personale è che il mercato, come succede spesso,  stia correndo a prezzare l’easing monetario e fiscale prima del rallentamento stesso. Un atteggiamento rischioso, perchè se una cosa ha mostrato la politica monetaria negli anni è che il suo impatto sull’economia avviene con un robusto lag, tanto è vero che l’effetto, sul manifatturiero globale, dello  stimolo erogato dall’inizio del 2019, lo abbiamo iniziato a notare nei dati a fine anno.

Vale peraltro la  pena di osservare che il  rischio derivante dal Coronavirus è palese, e, in una certa misura, è atteso anche un peggioramento dei numeri, peggioramento che, entro certi limiti, verrà  considerato fisiologico. Quindi l’impatto di un eventuale deterioramento di ciclo, fatturati e bilanci delle aziende, e disruptions delle global  supply chains verrà prezzato gradualmente, e non con un crollo improvviso. In altre parole, uno scenario di correzione dovrebbe passare attraverso un processo di topping, e non con un crollo improvviso “a la estate 2015”.

La  seduta europea è  partita con un tono costruttivo, e gli indici intenti a salire gradualmente. Il perdurare del risk appetite ha imposto dazio ai tassi, che hanno esordito stamattina con significativi rialzi. La  cosa ha accentuato la tendenza al recupero delle banche europee, che hanno cancellato interamente il calo di inizio 2020 e scambiano in aggregato ai massimi di periodo.
Ma  oggi è  stata  la giornata in cui tutti i settori e gli asset recentemente penalizzati dal legame diretto col coronavirus e con l’economia cinese hanno messo a segno corposi rimbalzi, indicartivi di un precipitoso short covering. E’ il caso del settore auto europeo, e perfino delle linee aeree, e tra le commodities del petrolio, che se ne è fregato di scorte EIA in crescita di 7.5 mln di barili, oltre il doppio delle stime.

Spettacolare, in questo contesto, la  performance del BTP, che si è  scrollato di dosso il sempre più traballante quadro  politico italiano e ha messo in mostra una totale controtendenza col resto dei governativi europei. D’altronde il ritorno a comprimersi dei rendimenti  (anche la Grecia a 10 anni è scesa sotto l’1% di rendimento e incalza il decennale italiano a pochi bps) non lascia molta scelta agli investitori in fixed income e il mood positivo aiuta.
In mattinata la  tendenza dei tassi Eurozone core si è attenuata, complice il fiasco annunciato della produzione industriale EU di Dicembre e così il calo dei rendimenti italiani si è fatto corposo, con il 10 anni ai minimi da ottobre scorso.

Nel pomeriggio il quadro non è cambiato granchè. Non c’erano dati in America, e il discorso di Powell non ha offerto spunti particolari. Wall Street è partita in rialzo, con l’S&P che ha cominciato a litigare con il livello di 3375 (massimo di ieri nel durante), e gli indici azionari EU le sono andati dietro, marcando un altra serie di massimi relativi  (per l’Eurostoxx 50 il massimo nientemento che dal 2008!!). Il Philadelphia semiconductor index sta segnando i nuovi massimi storici.  Niente male, considerando che la Cina costituisce il 30% della domanda di semiconduttori.
Detto dei bonds, che da contestualizzare la performance del Dollaro, che sta testando i massimi contro € di inizio ottobre scorso. L’impressione è che la  sua forza dipenda molto dai flussi in acquisto sugli asset USA, in particolare Wall Street e i suoi unicorni, mentre l’€ continua a fungere da funding currency per questi acquisti. Il movimento è parecchio iperesteso, ma il Dollaro non è certo l’unico asset ipercomprato di questi tempi. Il sospetto è che l’inversione di tendenza può avvenire solo se cambia stabilmente il quadro sull’azionario.
Completano il quadro il  rigoglioso rimbalzo del petrolio (nonostante EIA e stime OPEC) ed quello più compassato del rame. Ma non è che bonds e oro sooffrano granchè. Il che ha senso visto che l’easing monetario è un tassello importante del puzzle di questo rialzo forsennato.
Al momento di inviare il pezzo, noto che anche la GSMA ha gettato la  spugna: cancellato il mobile  World Congress di Barcellona, dato per confermato fino a 2 ore fa. Andiamo avanti così.
*MOBILE WORLD CONGRESS CANCELLED BY GSMA DUE TO CORONAVIRUS