Mercati europei in ansia per ECB e Governo Draghi.

Riprendo dopo 2 giorni, ed è successo un po’ di tutto.
Un inizio settimana positivo, Lunedì, è stato strozzato nel finale a Wall Street, con la collaborazione di un warning di Apple. Il colosso del tech ha annunciato un rallentamento degli investimenti e delle assunzioni l’anno prossimo, cosa che ha steso un ombra sulle già traballanti prospettive dell’earning season del tech USA e contribuito a trasformare un +1% in un -0.84% per l’S&P 500 e in un – 0.89% per il Nasdaq 100.

In termini di dati il top della giornata di Lunedì è stato il crash della NAHB Homebuilders confidence USA di giugno (55 da precedente 67 e  vs attese per 65) a certificare il brusco cambio di aria per l’immobiliare USA. Notare che il sottoindice “traffic of prospective buyers” è calato di 11punti a 37, largamente in territorio di contrazione. L’impressione che si ricava da questi numeri è che il settore immobiliare USA stia per passare, complice il raddoppio dei tassi sui mutui, dalla fase di boom del 2020 – 21 a quella di “bust” del 2023. Questo grafico mostra chiaramente la dinamica dei prezzi seguita all’ultra easing FED (tassi a zero e QE a 120 bln di cui 40 di mortgage bond securities, protratto fino a marzo scorso).

Mi pare ci siano pochi dubbi sul fatto che quella divergenza debba comporsi a discapito dei prezzi, saliti del 30% in 2 anni. Anche senza gli eccessi del 2006, in cui i lending standards erano pessimi e la speculazione dilagante, questo rientro è destinato a pesare sull’economia, e anche sull’inflazione nei prossimi trimestri/anni.
Tornando ai mercati, l’apertura di ieri in Asia, dopo l’U-turn di Wall Street, è stata pesante, e così anche il catch up dei mercati Eurozone, che avevano chiuso prima della discesa. Successivamente però il sentiment si è ripreso, e i mercati europei e i futures USA hanno preso solidamente la via del rialzo.
La giornata di ieri è poi stata caratterizzata da 2 distinte news:
1) fonti anonime da più parti hanno riportato che il Governing Council ha intenzione di discutere, nel meeting che termina con la conference di domani, la possibilità di alzare di 50 bps il tasso depo, riportandolo a zero. E questo in aperto contrasto con la guidance data, che chiariva che si andava per 25 bps domani, con la possibilità di fare di più a settembre. Praticamente quella di disattendere la guidance sta diventando una moda tra le banche centrali occidentali, tanto da chiedersi a che serve darla.
Detto questo, e chiarito che non c’è nulla di certo, tranne che la hawkishness dell’ECB è aumentata, passiamo a elencare i possibili motivi di questa mossa:
a) L’ECB ha fretta, perchè teme che la sua finestra per normalizzare i tassi si stia accorciando a passo di carica: in tempi non troppo lunghi l’economia rallenterà fino a impedirglielo.
b) L’ECB ha modo di sospettare che i numeri di CPI prossimi saranno molto peggiori delle attese e quindi vuole anticipare il tightening.
In ogni caso non pare una gran notizia. Ma è un fatto che l’unico effetto osservato ieri è stato di far salire l’€ oltre 1.02 vs $, mentre i mercati azionari hanno reagito poco, e la cosa non ha in alcun modo ostacolato il sentiment.

2) A pomeriggio inoltrato, Reuters ha riportato che i flussi di gas dal  gasdotto Nordstream 1 riprenderanno in orario giovedì, sia pure a scartamento ridotto. Siccome c’era un diffuso timore che questi flussi non ripartissero affatto, questa notizia è andata ad aumentare quello che era già un sentiment bello arzillo. L’azionario Eurozone ha accelerato violentemente, con il Dax a guidare il movimento, comprensibilmente. In realtà il principale driver del rally è stato sicuramente lo short covering. Non a caso, in serata gli USA hanno proseguito il movimento, nonostante non siano interessati dalle news. Inoltre, sul mercato del credito si è osservata una domanda da ricoperture massiccia, che ha prodotto robusti restringimenti degli spreads.

Le chiusure europee ieri sera ( martedì) sono state forti, come quelle USA con l’Eurostoxx 50 su del 2.15%, l’S&P 500 su del 2.76% e il Nasdaq 100 su del 3.13%. La partecipazione nell’S&P 500 è stata estremamente positiva, con 494 titoli in rialzo su 503.
Dopo la chiusura, la trimestrale di Netflix ha dato una nuova sferzata al sentiment. Il colosso dello streaming ha comunicato un calo degli abbonati inferiore alle attese, e il mercato lo ha premiato in aftermarket. Questo potrebbe diventare un leitmotif di questa earning season, con, in particolare sul tech, trimestrali mediocri che  sorprendono in positivo un mercato estremamente pessimista.

Il sentiment si è comunicato alla seduta asiatica, con tutti i principali indici a mostrare progressi. Il China Complex ha però sottoperformato gli altri indici. Attualmente i temi sul territorio sono due:
** La possibilità che nuovi focolai tornino ad ostacolare l’attività economica cinese
** Lo sciopero dei titolari di mutuo, che si rifiutano di pagare per delle case che non sono ancora state completate per la crisi degli homebuilders e i ritardi negli approvvigionamenti. Questo sciopero si sta estendendo ai fornitori, che ora si rifiutano di pagare le rate dei finanziamenti bancari, stante l’ammontare di crediti non pagati non pagati loro dai costruttori.
Vedremo che piega prenderà la situazione nei prossimi giorni. Tra gli altri indici molto bene Tokyo, Sydney, Jakarta e Vietnam,  meno brillanti ma sempre in progresso Mumbai, Seul e Taiwan.

La seduta europea è partita con un clima un po’ meno euforico di ieri. Abbiamo esordito con CPI e PPI UK di giugno , manco a dirlo, superiori alle attese. Poi, con l’avvicinarsi della riunione ECB di domani, il mercato ha cominciato a fare mente locale sulla possibilità di 50 bps, sulla certezza di un Council più hawkish di quanto si ritenesse fino a ieri, sulla probabile ma non certa presentazione del meccanismo anti spread. C’era poi focus sulla comparsa di Draghi al Senato a decidere il destino del suo governo. Infine in mattinata sono arrivate dichiarazioni di parte russa non proprio concilianti.
** RUSSIA’S LAVROV: IF WEST DELIVERS LONG-RANGE WEAPONS TO KYIV, GEOGRAPHICAL OBJECTIVES IN UKRAINE WILL BE ADVANCED EVEN FURTHER – RIA
** RUSSIA’S LAVROV: GEOGRAPHICAL OBJECTIVES OF ‘SPECIAL OPERATION’ IN UKRAINE HAVE CHANGED FROM JUST DPR AND LNR TO A NUMBER OF OTHER TERRITORIES – RIA

Nel primo pomeriggio Putin ha ricordato all’EU che in fatto di forniture gas, non c’è nulla di scritto nel marmo. Lui cercherà di mantenere sulla corda i paesi dell’Eurozona, senza tagliare totalmente per il momento, ma senza fare alcuna garanzia del contrario, in modo da mantenere la pressione sulle economie.
** RUSSIA’S PRESIDENT PUTIN: WE ARE YET TO SEE IN WHICH CONDITION EQUIPMENT FOR NORD STREAM 1 WILL RETURN FROM MAINTENANCE
** RUSSIA’S PRESIDENT PUTIN: THERE IS RISK THAT EQUIPMENT COULD BE SWITCHED OFF AND NORD STREAM 1 STOPS AFTER RETURN FROM CANADA

Nel primo pomeriggio i dati in uscita in USA hanno dato un altro segnale di inversione di tendenza del mercato immobiliare USA, con le erogazioni di mutui in calo (terza settimana di seguito) e le vendite di case esistenti in calo di oltre il 5% contro attese di un -1%.

Si tratta del quinto mese di seguito di calo, le vendite sono un 14% inferiori a quelle dello stesso mese del 2001 e ormai sotto i livelli pre pandemia (vedi grafico di Calculated Risk).

E pensare che su questa domanda decrescente a ritmi veloci sta per impattare il completamento, nei prossimi trimestri di un numero di case in costruzione ai massimi storici, che ha superato i livelli del 1974 in termini di cantieri in corso. Lo credo che gli Homebuilders sono depressi. L’immobiliare USA rischia di essere un bel freno per economia e un fattore di disinflazione nei trimestri a venire (vedi nel grafico sotto la relazione tra fiducia degli Homebuilders e jobless claims, ritardati di 12 mesi.

Wall Street ha però continuato a macinare trainata dal tech, in ancora in spolvero. Così gli indici Eurozone sono emersi dal passivo in cui li aveva mandati la retorica di Putin. Solo piazza Affari è rimasta attardata, con gli occhi rivolti a Palazzo Madama, dove le notizie diventavano sempre più negative.
La chiusura EU vede perdite marginali per i principali indici, con Milano e Madrid attardate. Dopo la chiusura la piega degli eventi presa a Palazzo Madama ha apparentemente impattato sui futures EU (sicuramente su quello di Piazza Affari sceso a -4%), sullo spread ed eventualmente anche sull’€. Anche perchè c’è da vedere domani cosa dirà l’ECB sul widening dello spread BTP: è unwarranted o è warranted (e quindi non coperto dal tool anti frammentazione)?
Wall Street ha ceduto qualcosa ma resta in positivo, per ora. Vedremo la chiusura.