L’ECB ostenta prudenza. Biden vuole tassare i capital gain ai ricchi.

La giornata dell’ECB è iniziata con un tono discreto in Asia.  Ieri la  seduta è trascorsa con l’azionario a riprendersi dalla mazzata presa martedì, con epicentro sui mercati europei, e settorialmente sulle banche.
Difficile individuare un motivo preciso per la presa di beneficio. Personalmente ritengo che questa sia stata almeno in parte l’effetto di 2 fattori tra di loro collegati.
1) L’azionario Eurozone ha subito un aggiustamento legato alla rivalutazione dell’€. Ad aprile la Divisa unica ha guadagnato 3 figure in meno di 3 settimane. In quel lasso di tempo l’Eurostoxx 50 aveva perfino outperformato l’S&P 500, il che vuol dire che in Dollari gli aveva dato oltre un 3%. Il -2% è un assestamento
2) L’incombere dell’ECB oggi ha accentuato il nervosismo sul cambio. C’erano dubbi che il fronte dei falchi dell’ECB avrebbe cominciato a premere per ridurre gli acquisti del Pepp, e quindi inasprire le condizioni finanziarie.
Sta di fatto che la  presa di beneficio è  stata alquanto brusca, e anche l’€  ha accusato temporaneamente.
L’Eurostoxx banks stava testando la  parte alta  del range ed è stato violentemente respinto al limite inferiore dalla  risk aversion, che ha prodotto anche una stabilizzazione dei rendimenti.
Ieri è stata una giornata di rimbalzo con l’S&P 500 in guadagno di un buon 0.93% a recuperare più  di quanto perso il  giorno prima, e l’Eurostoxx 50 un più modesto 0.91%, a confronto della discesa del giorno prima (-1.98%).

Come accennato sopra,  la  seduta asiatica ha visto  prevalere i segni positivi.  Tokyo ha inscenato un massiccio recupero, in gran parte dovuto al fatto che ieri ha chiuso prima che comparisse il minimo segnale di rimbalzo, avendo accumulato un -4% tra martedì e mercoledì. Bene anche Sydney, Seul e Mumbai, nonostante i casi in India continuino a salire e preoccupino parecchio. Meno brillante il China Complex, con le “H” share a mostrare un modesto rimbalzo, e le “A” shares e Taiwan in calo. I media hanno indicato alcune delusioni sugli earnings come cause, ma in realtà c’è da mettere in conto che Shanghai, anche dopo il calo odierno, è positiva sulla settimana, non avendo in alcun modo accusato i rovesci delle borse occidentali. inoltre, in US si affilano le armi, col Congresso che ha in cantiere un progetto di legge bipartizan per contrastare la Cina ( link ).

Sul fronte Covid i casi a livello globale continuano ad aumentare, ma ciò  avviene principalmente grazie al contributo degli emergenti, mentre in US e in EU la situazione sembra mantenere le caratteristiche di miglioramento.

Come accennato sopra, l’India mostra un trend esponenziale.  La cosa è abbastanza preoccupante perchè non sappiamo quanto siano affidabili i dati (si parla di seria sottovalutazione) e le vaccinazioni proseguono a rilento e con difficoltà. Al momento appena l’8% della popolazione è vaccinato.
A tale proposito è interessante osservare che in Israele il  definitivo calo dei casi è avvenuto quando la percentuale di popolazione vaccinata con una dose ha superato il 50/55%.


Un livello che dovrebbe essere raggiunto dagli USA nel volgere di una decina di giorni, e da UK sta venendo praticamente raggiunto adesso.
L’Europa sta in generale approcciando il livello del 20%,  grazie ad un aumento del ritmo di vaccinazione nei principali paesi, dovrebbe ottenere l’immunizzazione della categoria over 65 entro la seconda metà di maggio.

Gli USA hanno raggiunto questo livello nel corso di marzo, e gli effetti sulle  ospedalizzazioni sono prontamente comparsi, con la categoria che vede un numero di ricoveri inferiore dell’80% al picco di gennaio, contro un -40% della categoria degli inferiori a 50 anni.

La  seduta europea è partita con un tono costruttivo, anche se l’attesa dell’ECB si è fatta sentire con un comportamento alquanto erratico dell’ Euro, e dei bonds core che si è riflesso sulle banche, colpite anche dalle difficoltà di Credit Suisse, che ha annunciato un aumento di capitale per far fronte alle perdite per Archegos ( link ).
In attesa del meeting ECB, la Francia ha pubblicato la Business confidence di Aprile, in calo di 2 punti a 95 a causa di cali in servizi e retail, in parte bilanciati da un balzo del manufacturing e di construction. In generale un ridimensionamento ridotto.
Sui media sono comparse estese indiscrezioni sul piano di investimenti da 221 bln (di cui 191 provenienti dal recovery fund), che Draghi dovrebbe illustrare a breve ( link ).  Il piano, diviso in 6 capitoli di spesa distribuiti su 5 anni, dovrebbe alimentare la crescita  italiana di un 1.4% l’anno. In assoluto, è un livello di crescita che il Belpaese ha superato non più di 5 o 6 volte negli ultimi 20 anni. I pilastri sono quelli soliti, sistema giudiziario, burocrazia, pubblica amministrazione, sistema fiscale, competizione etc. Un implementazione anche parziale sarebbe un bel colpo, che dovrebbe riflettersi positivamente sugli asset nostrani. Con i buoni uffici di Draghi, la Commissione EU dovrebbe approvarlo.
Domani dovrebbe arrivare anche la decisione di S&P sul rating. L’agenzia aveva già upgradato l’outlook a ottobre da negativo a stabile  (rating BBB) e difficilmente si muoverà in quest’occasione. Vedremo che commenti farà sul nuovo Governo.

Alle 13.45, dallo  statement, si è  appresa la cosa  principale che interessava da questo meeting ECB: che il ritmo accelerato degli acquisti del Pandemic Emergency Purchase program deliberato a marzo sarebbe stato mantenuto invariato ( *ECB CONFIRMS SIGNIFICANTLY FASTER PACE OF PEPP THIS QUARTER).
Il resto della conference ha riservato ben poche sorprese. Lo statement non conteneva grosse differenze rispetto a quello di marzo, al di la di una notazione che l’economia da iniziali segnali di ripresa. Il quadro resta alquanto incerto e i rischi restano solidamente orientati al ribasso nel breve, anche se a medio termine sono un po’ più bilanciati. Nella sessione di domande la Lagarde ha dichiarato che l’aumento del ritmo degli acquisti è stato già interamente implementato, è rilevante, e che questi vanno valutati di mese in mese e non di settimana in settimana, e considerando gli importi netti. La Presidente non ha però preso impegni relativi al prossimo meeting del 10 giugno, dichiarando che dipenderà dal quadro macro così come risulterà dalle projections. Ha però dichiarato che non si è minimamente discusso di eventuale riduzione degli acquisti e che siamo ancora molto lontani da aver svoltato sulla pandemia.
In generale, una performance più prudente e accomodante delle attese, in particolare alla luce del fatto che sussisteva qualche timore che i falchi del Governing Council imponessero qualche commento su un ritorno ad un livello normale degli acquisti. Il mercato ha però mostrato qualche inquietudine, con l’€ tornato a salire nel primo pomeriggio, e i bonds rimasti nervosi. Il punto è che gli investitori si rendono conto che a Giugno il compito della Lagarde sarà più complesso:
** le campagne vaccinali saranno molto più  avanti anche in Europa, con finalmente l’effetto relativo sui casi ospedalizzazioni etc
** l’attività  economica mostrerà presumibilmente segnali di ripresa più convincenti.
** I numeri sull’inflazione saranno a loro volta in forte accelerazione.
E’ facile immaginare che il gruppo dei falchi sarà un filo più agguerrito, e quindi un ritorno degli acquisti al ritmo originale è il minimo sindacale. Il che, beninteso, è ben lungi da essere una politica monetaria restrittiva. Ma si sa, il mercato  guarda avanti.
In ogni caso alla fine la matrice dovish del meeting ha prevalso, e l’azionario ha ben figurato, mentre l’€ ha ceduto un po’ di terreno, e i rendimenti sono rimasti più o meno stabili.
Nel frattempo, in US una serie di dati macro, dal  tono generalmente positivo

 I sussidi di disoccupazione continuano a mostrare un mercato del lavoro in rapido recupero. Il Chicago Fed di marzo, una media di 85 serie macroeconomiche, è stato ovviamente  stellare. Discorso analogo per il  Kansas Fed manufacturing di aprile, ai massimi storici,  con la serie che ha un paio di decenni di rilevazioni. Le vendite di case hanno rallentato a marzo, ma è una storia di scarse scorte di case in vendita che mettono un tetto alle transazioni. Il  rialzo anno su anno è del 17%, massimo storico, anche se il paragone è ovviamente facile.
Il sentiment è quindi rimasto positivo nel corso del pomeriggio. Le piazze continentali chiudono quindi in discreto recupero per il secondo giorno, arrivando a cancellare buona parte del crash di martedì. Tra i settori spiccano tech, utilities, auto e industrials,  mentre finanziari e risorse naturali restano ancora un po’ indietro. Come accennato sopra l’€ arretra un po’ e i rendimenti retano stabili.
Dopo la chiusura EU, su un sentiment che sembrava recuperare ulteriormente, si sono abbattute indiscrezioni che Biden ha intenzione di raddoppiare la tassa sul capital gain per i contribuenti che guadagnano oltre 1 milione di Dollari (*BIDEN TO PROPOSE CAPITAL GAINS TAX AS HIGH AS 43.4% FOR WEALTHY link ).  Wall Street, che stava costruendo marginalmente sui guadagni di ieri, è stata buttata giù dalla notizia di quasi un 1%, e il sentiment generale ne ha risentito. Di solito, l’impatto di questo tipo di notizie si rivela transitorio. Ma è anche vero che il clima era forse ancora un po’ scosso dalla volatilità di metà settimana, e comunque la mossa ricorda al mercato che l’ Amministrazione USA ha piani anche per le tasse. Vale la pena di ricordare però  che al  Senato la maggioranza democratica è di 1 (contando il voto della vicepresidente Harris, e c’è un elemento come Manchin che tende ad avere posizioni assai più moderate.
Intanto, domani chiudiamo in bellezza con i PMI flash manifatturieri, servizi e composite di Aprile in Giappone, Germania Francia, UK e USA.