Arriva il conto al Nadaq che corregge per il secondo giorno di seguito

Lampi di  Colore 7

Alla fine, venerdi, Sentiment, Positioning e Ipercomprato hanno presentato il conto al Nasdaq, che è  stato oggetto di robustissime prese di beneficio, che lo hanno portato a segnare la  seconda peggior seduta da inizio anno (-2.44% il Nasdaq 100) dopo il -2.5% del 17 maggio. Naturalmente, il paniere MyFang (vedi Lampi di martedi scorso) che avevo utilizzato per evidenziare gli eccessi di breve di alcune “large caps” ha fatto anche peggio (-3.3%), anche se la  sua performance da inizio anno ne viene solo modestamente intaccata (+24% mentre scrivo).
Il catalyst di questa “presa di coscienza” sembra essere stata la comparsa di uno studio di Goldman Sachs che si è interrogato sulle valutazioni raggiunte proprio da questo paniere, e sulla sua  ridotta volatilità (nessuna violazione di copyright, primo perchè lo hanno chiamato FAAMG, e poi perchè da dove venisse il grosso della performance del Nasdaq non era un segreto per nessuno).
Ad agitare gli animi, il risalto dato, dai principali media, al confronto, contenuto nello studio, tra la  price action attuale e quella della bolla tecnologica, per lo più sinteticamente riassunto con titoli come “Goldman paragnona le FAAMG alla bolla del Nasdaq”. In realtà il pezzo illustra bene le differenze tra i periodi in termini di valutazioni, cash balance, cash flows, e profittabilità tra le FAAMG e le prime 5 azioni della bolla tecnologica, concludendo che le esorbitanti valutazioni del 2000 sono ancora lontane.
Personalmente aggiungo che la price action di quel periodo aveva connotazioni di volatilità opposte, con il VIX che, dal 1997 fino allo scoppio della bolla non ha mai messo il naso sotto 15 (negli ultimi 2 mesi ha passato più tempo sotto 10 che sopra 11).

La cosa più sorprendente di questa correzione è stata che questa ha assunto in massima parte le connotazioni di una rotazione settoriale, con le robuste perdite di tecnologia e semiconduttori bilanciate dai Finanziari, dall’Energy e dai materials. La discesa dell’S&P è  stata modesta (-0.08%).
Ciò ha portato molti ad attribuire al movimento i connotati di una ripresa del reflation trade.  Personalmente, fatico a immaginarmi una fase reflazionaria coi rendimenti ancorati, e le aspettative di inflazione cosi languenti. Volendo attribuire ad ogni costo un significato alla price action degli ultimi 2 giorni, direi che gli investitori stanno uscendo dai settori “growth”, ormai cari,  per tornare su quelli “value”, alcuni dei quali erano stati accantonati anche per la perdita di fiducia nelle politiche pro crescita e reflazionarie di Trump.
Nasdaq a parte, Venerdi è stata anche la giornata del brusco risveglio dei Conservatori inglesi dal sogno di rafforzare la propria posizione in Parlamento. Le conseguenze della perdita della maggioranza per il Partito della May sono ancora da valutare, ma personalmente sarei sorpreso se  la  Premier conservasse la carica dopo questa bruciante sconfitta. La situazione è quanto mai fluida.

La debacle dei tecnologici ha ovviamente avuto una coda in Asia stamattina, con i principali indici in calo zavorrati dai comparti tech. E poi, anche il comparto emergente recentemente ha visto buone performance, aumento del positioning e volatilità ridotta, sebbene non nella misura delle  FAAMG.

L’apertura europea ha avuto un tono contrastato. Le news politiche (possibile maggioranza assoluta per Macron e pessimo risultato del Movimento 5 stelle alle amministrative) hanno avuto un buon impatto sui rispettivi bonds governativi (spreads OAT e Btp in calo) e in parte sulla divisa unica, mentre l’azionario è rimasto maggiormente preda della fase correttiva in atto.
E’ cosi bello il risultato delle amministrative italiane? Volendo tener fede a elezioni locali che rappresentano il 25% dell’elettorato e sono influenzate dalla qualità  delle liste, sicuramente l’arretramento dei 5 Stelle può effettivamente ridurre la probabilità  dell’avvento di  un esecutivo euroscettico (ma era cosi alta?). Detto questo, il sostanziale pareggio tra centro destra e centrosinistra non riduce quella di un “hung parliament”, ovvero di una paralisi del Parlamento, in particolare con l’attuale legge elettorale. Renzi dal canto suo ha dichiarato chiuso il capitolo elezioni anticipate, ma con i 5 Stelle fuori gioco mi domando se la tentazione di andare a elezioni in autunno non riaffiorerà, visto lo scarso appeal dell’alternativa (andare a elezioni avendo dovuto approvare una legge di bilancio pesante).

La giornata si chiude con l’azionario continentale in calo, succube della scarsa vena di Wall Street e del catch up dei propri settori tecnologici con un Nasdaq che al momento cede ulteriormente. Coerentemente col sentiment, i rendimenti calano più o meno ovunque, ma Btp e OAT conservano robusti vantaggi sul resto. La divisa unica restituisce il grosso dei guadagni, gravata dal gonfiarsi del differenziale tassi, e dall’incombere del FOMC di giovedi, dove i Fed Funds vedranno il quarto rialzo di questo ciclo di tightening.

Rinvio a domani le considerazioni tecniche, ma mi pare improbabile che la seconda brusca correzione del Nasdaq nello spazio di un mese si esaurisca anche quella in una sola seduta.