La settimana parte in positivo grazie alle news del week end.

La chiusura di Wall Street venerdì sera è stata ancora positiva, con l’S&P testardamente  a meno di mezzo punto dai massimi storici. I pignoli fanno notare che la serie di performance settimanali positive si è interrotta a 6, ma la perdita di quella scorsa (-0.33%) è davvero marginale.

Nel week end, varie news hanno contribuito a estendere il miglioramento del sentiment all’inizio di questa settimana, che sarà comunque caratterizzata da un clima festivo a causa del Ringraziamento, che cade giovedì e rende anche venerdì a orario ridotto sui mercati USA.
Per cominciare, la Cina ha emesso nuove direttive secondo le quali le pene per le violazioni delle proprietà  intellettuali saranno inasprite. Il proposito sarebbe di venire incontro alle richieste USA e facilitare un accordo. Poi il Global Times ha riportato che le  parti sarebbero “molto vicine” ad un accordo citando fonti vicine al Governo. Il fatto che venga da parte cinese (Il Global Times è una sorta di magazine del media ufficiale governativo People’s Daily) è una piacevole sorpresa, visto che recentemente questo era esclusivamente un refriain di Trump (lo ha ripetuto anche venerdì sera). In generale,  queste notizie fanno riprendere quota alle probabilità di un accordo entro fine anno, recentemente depresse dal indiscrezioni di rinvio e dalla freddezza cinese.

Infine, a Hong Kong si sono tenute le elezioni e le forze democratiche hanno ottenuto una vittoria schiacciante, portando a casa l’88% dei voti in una consultazione che ha visto l’affluenza raddoppiare. La  speranza è che il risultato dello schieramento che supporta i dimostranti induca il Governo e la Cina a fare concessioni significative, attenuando le tensioni,  Ma l’aspetto positivo più concreto è stato il clima tranquillo in cui è avvenuto il voto, dopo i giorni di guerriglia che lo hanno preceduto. L’indice Hang Seng e le “H” shares hanno messo a segno rimbalzi significativi (rispettivamente +1.5% e +1.17%) e galvanizzato l’intera area con solo Jakarta in negativo e Taiwan al palo, tra i principali indici.

Nel week end è infine giunta l’ufficializzazione della candidatura di Michael Bloomberg alla presidenza degli Stati Uniti. L’ex Sindaco di New York corre alla primarie tra i Democratici, con il dichiarato intento di evitare una riconferma di Trump, e ha già  dichiarato che non accetterà donazioni (con un patrimonio di 55 miliardi di dollari, non ne ha certo bisogno) e, se eletto, rinuncerà allo stipendio. La sua entrata in scena in teoria è positiva per il sentoment, in quanto riduce le probabilità  di affermazione della Warren o di Sanders (che già non erano elevate) che sono malvisti da Wall Street. Ma è assai presto per fare questo tipo di calcoli.

Su queste basi, l’apertura europea è  avvenuta con un buon tono, e gli indici in generale progresso. Il risk appetite si è riflesso anche nei tassi, che hanno mantenuto una tendenza a salire. In domanda la carta italiana,  supportata dal  sentiment, e forse dai flussi derivanti dalle scadenze in arrivo (15.5 bln di BTP il primo dicembre e 13.4 bln di CCT il 15) che dovrebbero mantenere ampia liquidità, specie se, come al solito, l’asta di metà dicembre viene saltata.

In UK, i sondaggi continuano a dare un ampio vantaggio ai Conservatori (41-47%) sui Democratici (28-32%). La scarsezza dei progressi di Cobyn e C. e la sua riluttanza ad abbracciare nettamente la fazione “Remain”, l’unica sua possibilità, secondo alcuni, di attirare un po’ di voti, stanno producendo un rientro dei timori di un altro stallo in Parlamento. Da qui il buonumore sulla sterlina e anche sulla borsa, recentemente isolata dal sentiment euforico al pari di quelle cinesi.

In mattinata era prevista la pubblicazione dell’IFO tedesco di Novembre. Diciamo subito che la sorpresa positiva del PMI manifatturiero qui non c’è stata. Il recupero è in linea con le stime (95 da 94.7) e le expectations a 6 mesi hanno recuperato meno delle attese (92.1 da prec 91.6 e vs attese per 92.5). In linea la componente coincidente (+0.1 a 97.9). Insomma, il deterioramento si è sicuramente arrestato, ma in questo sondaggio, assai più capillare dei PMI, e forse per questo motivo meno dinamico, il rimbalzo risulta modesto e a macchia di leopardo.
Non che i mercati se ne siano dispiaciuti più di tanto. Il sentiment ha sostanzialmente tenuto sui livelli d’apertura e non è calato nemmeno quando il Chicago Fed National Activity Index, che è una media di 85 indici macro di ottobre, ha deluso clamorosamente (-0.71 da precedente -0.45 e vs attese per -0.2). A spingere il livello di attività marcatamente sotto trend le componenti relative alla produzione (in parte un effetto degli scioperi a GM).
La regola dice che quando la media mobile a 3 mesi scende sotto a -0.7,  la  probabilità  dell’arrivo di una recessione sale. Per il momento siamo a -0.31 (vedi grafico, courtesy of Dshort.com).


In ogni caso si vede che negli ultimi 10 anni vi sono stati vari “dip” che non hanno portato a supramenti della linea e sono successivamente rientrati. Inoltre sappiamo che Settembre è stato un mese pesante e a ottobre il miglioramento è stato influenzato dal calo della produzione industriale, in parte legato  agli scioperi. Comunque, resta una serie da monitorare.
Un po’ meglio il Dallas Fed, che ha superato le stime (-1.3 da prec -5.1 e vs attese per -3.8) pur restando marginalmente negativo.
Come accennato sopra il clima non si è fatto turbare dai dati. Le borse EU hanno chiuso in progresso, trainate da Londra e dai mercati periferici (Milano e Madrid). I rendimenti core sono moderatamente saliti e gli spread periferici scesi. Controtendenza per i tassi in USA dopo una buona asta a 2 anni. In recupero il Dollaro, che da quando, presumibilmente grazie alle scadenze delle prime operazioni, il bilancio FED ha smesso di salire, sembra aver ritrovato un po di forza.

Wall Street ha segnato un nuovo massimo nel durante e in assenza di cali finali dovrebbe marcarlo anche in chiusura anche se per ora 3.130, che è il limite superiore del range della seconda parte di Novembre, sta resistendo.

Dal punto di vista degli appuntamenti, questa settimana azzoppata dal Thanksgiving non offre molto.
Domani abbiamo Richmond Fed e Consumer Confidence in US. Mercoledi gli industrial profits di ottobre in Cina, un po’ di indicatori di confidence in EU per novembre, e la seconda stima del GDP USA del terzo trimestre, più il Chicago PMI e i durable goods orders di ottobre. Giovedi festa in US, ma in Europa abbiamo gli aggregati monetari ECB.