I mercati vanno incontro al FOMC con cauto ottimismo.

Il recupero si è fatto rotondo, ieri a Wall Street, con gli Indici che hanno chiuso a poca distanza dai massimi, recuperando il grosso delle perdite della seduta precedente.
E’ difficile identificare un preciso catalyst del movimento, considerando che il newsflow dalla  Cina non ha mostrato particolare miglioramento. Infettati, decessi e misure di contenimento hanno continuato ad aumentare in giornata. Certo, i dati macro USA possono aver offerto un po’ di supporto, ma in generale  il mercato tenderà a considerarli  progressivamente “old news” alla luce dei nuovi sviluppi.
A  mio modo  di vedere, il merito va  equamente diviso tra il 2.5% perso in 2 sedute, un calo di questi tempi più  che in grado  di attirare “dip buyers”, e l’incombere, entro 24 ore, di un FOMC che ha la scusa per risultare più dovish delle attese. In effetti, a fronte della comparsa di questo rischio “geopolitico” i toni di Powell potrebbero ammorbidirsi, o  forse così si attende il mercato.

Dopo la chiusura, a supportare ulteriormente il sentiment è giunta la trimestrale record di Apple (EPS 4.99$ vs 4.55$ atteso, revenues +9% oltre 3 bln sopra attese etc etc).
L’azione, che aveva ben figurato grazie ai rumors (+2.8%), ha allungato ulteriormente in after market (e fa quasi +3% mentre scrivo).
Questa vicenda mi ha portato alla mente quanto avvenuto l’anno scorso di questi tempi. Il 2 Gennaio 2019 Apple fece un bel profit warning, che costò al titolo un -10% il  giorno dopo.
Il 3 gennaio Apple chiuse a 142$.
Da quel giorno è partito un movimento rialzista che culmina oggi, giorno della trimestrale a 327$, per un +127% in poco più di 12 mesi.

Su queste basi,  siamo sicuri che Apple sia da comprare oggi,  sulla  scorta di questi ottimi risultati? O piuttosto 12 mesi fa su livelli del 55% più bassi scontava in toto le delusioni e adesso invece sconta il migliore dei mondi possibili, nel breve?
La risposta a questa domanda non è banale, perchè l’azionario USA, più o meno nel medesimo periodo (il minimo fu a Natale) ha recuperato il 39% (S&P 500). Che tipo di scenario prezza ora?

In realtà, poi le  trimestrali di ieri non sono tutte stare rose e fiori, con AMD e Ebay che hanno deluso in maniera rilevante.

In nottata è giunto il nuovo aggiornamento dei numeri sul  Coronavirus, poco più di 6.000 infettati, 132 morti, cifre fondamentalmente in linea col trend recente, ne più ne meno. Sono stati diffusi vari pareri che collocano il picco del contagio tra una settimana 10 giorni.
L’apertura asiatica ha rispecchiato il  rimbalzo di sentiment dei mercati occidentali, con i principali indici a mostrare moderati recuperi. I cali di Hong Kong e HSCEI non contano, perchè gli indici vengono da una lunga chiusura, che gli ha impedito di correggere insieme al  resto dell’area. Tra i motivi di recupero de sentiment apparentemente
** Gli  USA hanno rinviato  la decisione di sospendere i voli aerei verso la  Cina
**  In generale  si è sparsa una convinzione,  non si sa quanto giustificata, che la  crescita esponenziale dei numeri sia dovuta ad una  progressiva inclusione di gente già infettata, non conteggiata ufficialmente e che quindi i numeri reali di crescita siano in rallentamento.

Personalmente, ritengo sia il caso di guardare anche fuori dai confini cinesi. In Tailandia al momento gli infettati confermati sono 14, e un aumento anche moderato rischia di causare un danno enorme al turismo, anche senza arrivare alle misure messe in campo dai cinesi. Ed è solo un esempio.

Comunque sia,  questo contesto ha favorito anche un buon esordio degli indici europei,  che hanno aperto accumulando progressi, sempre coi distinguo di ieri, ovvero aree (Germania) e settori (auto) percepiti come più colpiti, a sottoperformare. Diversamente da ieri, i bond hanno preso a recuperare terreno, una mossa che può essere interpretata come di protezione contro eventuali ritorni della risk aversion, oppure come attesa di un FOMC dovish (probabilmente un po’ di entrambe).

Sul fronte macro, miglioramenti nelle Consumer confidence di Gennaio in Germania (sostanziale) e Francia. Ma  anche qui si tratta di dati sub judice. In Italia, bene Consumer e manufacturing Confidence, ma l’Economic Sentiment è arretrato.
Più rilevante di queste survey, a mio modo di vedere, è il report sugli aggregati monetari di Dicembre dell’ECB. Brusco rallentamento degli aggregati M3 (da 5.6% a 5%) e M1 (da 7.4% a 6.6%).
I livelli sono ancora buoni, ma comunque il deterioramento si nota. Riguardo il credito al settore privato, abbiamo registrato un’accelerazione di 0.1% a 3.7%, trainata dai consumatori, mentre le  aziende non finanziarie hanno rallentato. In generale un report di qualità inferiore al recente passato.

Gli  umori sul mercato però hanno tenuto, grazie ad un newsflow vagamente positivo, o quanto meno interpretato come tale. Hanno preso a circolare le prime stime d’impatto del Coronavirus sull’economia cinese, e non sono poi drammatiche
** CHINA Q1 GROWTH MAY DIP BELOW 5% AS VIRUS SPREADS – CHINA GOVT ECONOMIST CHINA GOVT ECONOMIST
** CHINA GOVT ECONOMIST SAYS BEIJING LIKELY TO STEP UP POLICY SUPPORT FOR ECONOMY, WHICH COULD BOOST BUDGET DEFICIT TO OVER 3% OF GDP IN 2020

Dalla Cina sono rimbalzate indiscrezioni che la crescita degli infettati sta rallentando, e che le  misure stanno funzionando, e il numero dei guariti sta crescendo, compreso un ottantasettenne dimesso oggi. Può benissimo essere. Ma il  problema di aver a che fare con i dati  cinesi è il solito: se le Autorità decidono di passare il messaggio che la situazione sta migliorando, i numeri scenderanno. Ma non vuol dire che ciò rispecchi fedelmente la realtà, proprio come,  forse, non la  rispecchia la crescita attuale.

Non tutte le notizie sono state costruttive, peraltro. Il Presidente Xi ha espresso preoccupazione, alcune compagnie aeree hanno sospeso i voli (Lufthanza), e il World Health Organization ha indetto  una conferenza stampa per le 14, poi rinviata alle 17, in cui ha annunciato un meeting di emergenza per domani. L’alternarsi di annunci ha un po’ innervosito gli investitori.

** WHO TO RECONVENE THE EMERGENCY COMMITTEE ON CORONAVIRUS THURSDAY
** WHO’S GHEBREYESUS- EMERGENCY COMMITTEE ON THURSDAY TO ADVISE WHETHER CORONAVIRUS OUTBREAK CONSTITUTES PUBLIC HEALTH EMERGENCY OF INTERNATIONAL CONCERN
** WHO OFFICIAL SAYS TEDROS SAYS DECISION TO RECONVENE EMERGENCY PANEL IS “BASED MAINLY ON THE EVIDENCE OF INCREASING NUMBERS OF CASES, ON EVIDENCE FOR HUMAN-TO-HUMAN TRANSMISSION THAT HAS OCCURED OUTSIDE OF CHINA”
** WHO OFFICIAL MIKE RYAN SAYS “VERY IMPRESSED WITH THE LEVEL OF CHINESE ENGAGEMENT AT ALL LEVELS” IN FIGHT AGAINST CORONAVIRUS, “THEY ARE TAKING EXTRAORDINARY MEASURES IN THE FACE OF WHAT IS AN EXTRAORDINARY CHALLENGE”

** CHINA’S PREMIER LI SAYS VIRUS IS SPREADING, OUTBREAK SITUATION IS STILL GRIM AND COMPLEX -CHINA STATE MEDIA
**GERMANY’S LUFTHANSA SAYS ITS OWN, SWISS AND AUSTRIAN AIRLINES FLIGHTS TO AND FROM CHINA SUSPENDED UNTIL FEB. 9

Non troppo belli nemmeno i dati macro USA oggi
** Il good trade deficit di novembre è salito di 5 bln, ovvero 3 bln sopra attese, il che va a detrimento della crescita del trimestre (Goldman Sachs ha abbassato la previsione di crescita per il quarto trimestre di 0.1% a 1.8% annualizzato)
** Le pending home sales hanno preso una picchiata del 4.9% a Dicembre, vs attese di una salita di 0.5%.

Wall Street è  partita in rialzo, ma, eventualmente con il contributo dei balletti del WHO, e dei dati, gli indici hanno preso decisamente la via del ribasso, cancellando interamente i guadagni.
Ma, per brutte che potessero essere le news (i dati non erano comunque dei market movers) a metà seduta c’è il FOMC con la sua Cornucopia a rassicurare  i mercati.  Così gli indici si sono ripresi, e vanno incontro alla FED sui livelli di apertura.
La chiusura europea vede gli indici marcare modesti guadagni, con la forza delle banche (grazie alla trimestrale di Santander) a supportare le piazze periferiche, e il Dax, come ieri, attardato. Se i rendimenti calano più  o meno ovunque, e la performance di Bonaccini alle regionali ha spinto il rendimento del BTP ben sotto l’1% (con la collaborazione del calo di quello del Bund), l’€ affronta il FOMC dritto sul supporto a 1.10, che lo ha sostenuto a novembre scorso.

E ora sotto con la Fed.