I dati cinesi meno peggio delle attese. Nuove prese di beneficio sull’azionario.

Ieri sera (Mercoledì) la prudenza di Powell ha impresso una nuova spinta al ribasso ai rendimenti, tornati sotto i livelli pre CPI e ai minimi da febbraio (10y), Analogamente, il Dollaro ha restituito il grosso dei suoi guadagni. Un po’ meno evidente l’effetto sull’azionario, con l’S&P 500 in guadagno di appena lo 0.12% e incapace di implementare la serie di massimi storici di Luglio. Anche il Nasdaq 100 (+0.17%) non si è granchè avvantaggiato del calo dei tassi, mentre il Russell 2000 small caps ha preso una discreta scoppola (-1.63%). Il sottoindice delle banche, che era interessato dal reporting di varie global banks, nelle ultime 48 ore, ha ceduto quasi il 2%  in 2 sedute, a conferma che almeno per il settore i numeri alimentano prese di beneficio. Magari sarà una caratteristica solo del settore bancario. Ma l’impressione personale è che, dopo 3 trimestri di sorpresa media negli utili del 10-15%, ormai il mercato si sarà un po’ assuefatto a quest’andazzo generoso, e quindi un “beat” medio a doppia cifra potrebbe vedere anche meno entusiasmo che in passato, visto che come a Gennaio e Aprile il run up verso i numeri ha visto un bel rally.
Ieri sera poi è stato pubblicato il Beige Book Fed, che copre da fine Maggio ai primi giorni di Luglio ( link ). Se l’attività continua ad essere descritta in crescita tra moderata e robusta, la domanda viene vista in crescita, ma molti contatti hanno espresso pessimismo sull’eliminazione in tempi brevi dei colli di bottiglia all’offerta. Inoltre, alcuni vedono li effetti sui prezzi come transitori, ma la maggioranza dei contatti ha dichiarato che si attende ulteriori incrementi di costi e prezzi nei mesi a venire.

La seduta asiatica ha avuto un tono discreto comunque. Lasciando perdere Tokyo, depressa dal potenziale impatto dell’ aumento di infezioni su un economia che non ha mai brillato (anche se la campagna vaccinale sta prendendo quota), di tutti gli altri principali indici dell’area solo Sydney ha ceduto marginalmente, mentre tutto il China Complex ha mostrato un buon rimbalzo. Il principale motivo di quest’effervescenza è che i temuti dati macro cinesi di Giugno hanno sorpreso in positivo un consenso che forse era diventato un po’ troppo pessimistico, a causa principalmente dell’ improvvisa decisione della PBOC di varare un taglio della riserva obbligatoria.


Diciamo che le autorità hanno decisamente “gestito le aspettative”, portandole su un livello facile da battere. Infatti i numeri sono comunque in rallentamento, ma meno di quanto stimato, in generale.
Dopo l’annuncio della Reserve Bank of New Zealand ieri, altra sorpresa oggi dalla Bank of Korea, dove i tassi sono stati lasciati invariati, ma un membro ha dissentito, votando per un rialzo. Sembra che quindi anche qui si stiano scaldando i motori per un tightening della politica monetaria. Infatti di solito mosse come questa preludono a un cambio di stance nel giro di qualche meeting. Il Won ha reagito, anche se meno del Dollaro NZ ieri. Aggiungiamoci la mossa della Bank of Canada di ieri di ridurre il ritmo degli acquisti da 3 a 2 bln Ca$ la settimana, ed ecco che le Banche Centrali che stanno dando segnali di intenzione di ridurre lo stimolo cominciano ad essere un gruppo.

In mattinata europea, il sentiment è tornato a incupirsi sui mercati. Il discorso di Powell, come accennato sopra, è riverberato su tassi e divisa, con i consueti effetti su azionario e banche in generale. Tra l’altro oggi era prevista la seconda audizione davanti al Senato e quindi il rischio era di veder accentuare il messaggio (non è successo). E poi Energy è stato colpito dalla debolezza dell’oil, mentre i perduranti cali dei titoli legati a reopening e turismo (di cui energy fa parte) lasciano chiaramente intendere che la diffusione della variante Delta sta impattando sulla percepita qualità della stagione turistica. Purtroppo il fioccare di segnalazioni di turisti bloccati in quarantena per focolai non aiuta. Non a caso il sottoindice Travel &Leisure dello Stoxx 600 sta segnando i minimi da inizio Marzo.
Uno sguardo alla performance dei principali indici nell’ultimo mese evidenzia bene la convinzione degli investitori, che l’azionario USA è “stay at home” ovvero meglio equipaggiato per sostenere un nuovo impatto dai contagi, mentre l’Europa è espressione di “reopening” e reflation e quindi perde attrattività in questa fase. Infatti nello schema sotto si vede bene il differenziale di performance (con l’S&P 500 controvalorizzato in €).

Ovviamente anche la resilienza e flessibilità dell’economia USA e delle sue aziende hanno un peso. D’altronde la sottoperformance dei mercati europei non è certo una novità (non a caso il Dax è l’indice europeo meno penalizzato). Ma differenziali tra i 6 e i 12 punti in un mese (sia pure con un contributo del rafforzamento del Dollaro di poco meno del 3%) sono davvero notevoli. E comunque bisogna tenere a mente che l’Europa è più indietro degli USA nella riapertura, e ha maggior terreno da recuperare.
Sta di fatto che siamo arrivati alla fine della mattinata europea con gli indici a mostrare discreti cali e Milano e Madrid a battere la strada. Se non altro, la sottoperformance del settore bancario si è riassorbita, un sintomo che forse la negatività si sta esaurendo, almeno in relativo.

A dare una scossa al mercato dei cambi è intervenuto, sempre in tarda mattinata, Saunders della Boe, con una serie di dichiarazioni decisamente hawkish.
** BANK OF ENGLAND’S SAUNDERS SAYS ACTIVITY SEEMS TO HAVE RECOVERED A BIT FASTER THAN THE CENTRAL FORECAST IN THE MAY MPR, AND RISKS LIE ON THE SIDE THAT THE OUTPUT GAP WILL CLOSE EARLIER THAN PREVIOUSLY EXPECTED
** BOE’S SAUNDERS: INFLATION LIKELY ABOVE TARGET FOR 2-3 YEARS
**BOE’S SAUNDERS: WITHDRAWING STIMULUS MAY BE APPROPRIATE SOON
Dopo Ramsden, Saunders è il secondo membro BOE in 2 giorni a parlare di ritiro di stimolo. Sembra che quindi anche alla Bank of England il dibattito sul tapering sia ben avviato. Così la Sterlina, che languiva, ha ripreso forza, almeno contro €, e in generale il Dollaro ha ripreso terreno contro tutto, anche perchè è un fatto che il dibattito sul tapering è già in corso al FOMC (cosa confermata poi da Evans in serata – *EVANS: WILL TALK ABOUT TAPER FOR A COUPLE OF MEETINGS AT LEAST).
Nel primo pomeriggio dati altalenanti in US. L’Empire manufacturing NY di Luglio ha sorpreso clamorosamente in positivo, facendo il record da inizio serie nel 2001. Meno forte il Philly Fed, che è calato significativamente ma resta su livelli che indicano attività forte. Va detto che entrambi i sottoindici dei prezzi sono calati (rispettivamente -3 pti a +76.8 e -11 pti a +69.7) ma i livelli restano storicamente elevatissimi.

In calo i sussidi di disoccupazione (anche se meno delle attese) e leggermente meno delle stime anche la produzione industriale.
I numeri, nel complesso costruttivi, non hanno modificato il sentiment. Incuranti del ritorno a calare dell’€, gli indici europei hanno chiuso con perdite significative con energy, auto e, udite udite, tech a guidare il ribasso, e, geograficamente, Spagna e Italia naturalmente. Le dichiarazioni di Sounders hanno posto un freno al calo dei tassi (e infatti le Banche sono tra i settori con calo minore) ma la Sterlina si è smarrita il rialzo, segno che gli operatori in cambi non sono ottimisti quanto i membri BOE. Tra le commodities ancora in calo oil mentre rame e industriali sono supportati dai dati cinesi, e i preziosi dalla risk aversion.
Dopo la chiusura, Wall Street ha accentuato il calo (anche se ancora non cede quanto gli indici Eurozone). Oggi nemmeno il Nasdaq si salva. Forse il consolidamento che mi attendevo nel corso dell’earning season è iniziato.