Grosse sorprese dai PMI Eurozone. Rallenta il ciclo USA. Che farà la Fed?

Giornata piena di spunti quella odierna, che si concluderà con il FOMC di dicembre stasera.
Ieri è stata una seduta di recupero sui mercati, in particolare a Wall Street, con l’S&P (+1.25%) che si è riportato nei pressi dei massimi. A supportare il sentiment, chiari indizi che si va verso l’approvazione di un pacchetto minimo in US contenente le misure su cui c’è accordo tra le parti, e anche qualche indicazione che sulla Brexit un accordo è possibile.
(*MCCONNELL SAYS WON’T LEAVE FOR YEAR WITHOUT A RELIEF PACKAGE link )

La seduta asiatica ha avuto comprensibilmente un buon tono. Solo Shanghai è rimasta al palo, ancora frenata da news di default ( link ). Vero che l’economia è forte in questo momento, ma non so quanto le autorità potranno andare avanti a fare tightening, con i default interni, e per contro la divisa che si rivaluta.
Sul fronte macro, il flusso di dati positivi in Giappone si è parzialmente interrotto. I PMI flash non mostrano particolare brillantezza, in aggregato ancora sotto in territorio che indica contrazione dell’attività. E il trade balance di novembre ha riportato a sorpresa una moderata contrazione dell’export.


La novità nella terra del sol levante è che la Bank of Japan ( link ) ha annunciato che entro marzo comprerà, direttamente dal Ministero delle Finanze Giapponese, 6 miliardi di Dollari, che le servono per essere pronta a supportare il funding in Dollari delle banche (con il $ che non fa che scendere? Mi sembrano alquanto previdenti). Il Ministero reivestirà le risorse in oro preso dalla Zecca, la quale restituirà i soldi al Tesoro per finanziare spesa pubblica. La mossa costituisce un precedente di acquisto diretto di asset da parte della Banca Centrale al Tesoro. L’importo è modesto, ma sembra l’inizio di una collaborazione. Inoltre sa di monetary financing. Visto che il Giappone è sempre stato all’avanguardia nella sperimentazione di politiche monetarie, l’applicazione della MMT sembra sempre più vicina.
Per il resto le altre piazze hanno ben figurato, con performance comprese tra +0.5% di Seul e +1.8% di Jakarta.

L’apertura europea è avvenuta con un tono leggermente incerto, un occhio ai PMI flash in uscita, l’altro al FOMC di stasera.
Alle 9.15 i PMI flash francesi di Dicembre hanno deliverato il primo shock, con un balzo di 10 punti del dato composite a 49.6, vs attesa per 43. Enorme il recupero dei servizi, e un ritorno in espansione del manifatturiero completano il quadro
.

Similmente brillanti i numeri tedeschi, nonostante l’aumento delle misure contenitive. La forza del manifatturiero e il recupero dei servizi hanno portato l’indice di attività economica tedesca ben dentro il territorio di espansione. Il confronto dei dati di Francia e Germania con i numeri Eurozone a loro volta assai meglio delle attese ( oltre 4 punti il dato composite EU) mostra che il resto dell’ Eurozona, in particolare Italia e Spagna, mostra ancora un attività in contrazione, ma senz’altro molto meno di quanto temuto. Per incredibile che possa sembrare, il settore manifatturiero EU ha segnato, a 55.5, il massimo da oltre 2 anni e mezzo.

Si tratta di numeri nel complesso totalmente inattesi, che impongono qualche riflessione:
1) Bisogna tenere a mente come dovrebbero lavorare i PMI. Questi registrano l’attività rispetto al mese precedente, e forse su queste basi il tasso di contrazione che scontava il consenso era eccessivo. Ma questa non può essere la principale spiegazione, in quanto ad esempio la Germania ha mostrato accelerazione dell’attività, e questo nonostante le misure stiano venendo inasprite su tutto il territorio. In altre parole è evidente che questi secondi lockdown hanno avuto un impatto molto inferiore di quelli di marzo sull’attività economica, e sono stati tollerati molto meglio.
2) i motivi che si possono ipotizzare per questa miglior tollerabilità dei lockdown sono diversi. Il primo è che sono stati più blandi e circoscritti. In secondo luogo da subito sono stati approntati schemi di supporto per i settori colpiti, e comunque da mesi l’erogazione di stimolo fiscale è massiccia. Terzo, citato anche da Markit nella sua nota, a supportare il sentiment contribuisce un diffuso ottimismo tra le aziende legato all’avvento dei vaccini.
3) in generale il rallentamento osservato durante la seconda ondata non ha nulla a che vedere con il crash di marzo, e questo è forse uno dei motivi per cui l’azionario dopo un iniziale sbandamento a fine ottobre, non ha in alcun modo accusato il problema. E’ possibile che l’epidemia contenga ancora un po’ l’attività nei primi mesi del 2021, ma questi numeri lasciano intendere un impatto modesto.

Un ulteriore riflessione che mi sento di fare e che, confrontando l’umore dei mercati, e delle aziende di grandi dimensioni intervistate da Markit, con quello che si registra localmente in certi settori e attività di piccola impresa, si registra una crescente divergenza. La spiegazione più logica è che le grandi aziende, con accesso ai mercati e alla domanda globale, siano ben posizionate per avvantaggiarsi dell’ondata di stimolo fiscale e per il crollo del costo del capitale legato ai tassi a zero e all’euforia sui mercati. In questo modo queste riescono ad appropriarsi di larghe fette di nuovo business, frutto di investimenti pubblici o di domanda sottratta ad operatori locali . Mentre chi ha un business piccolo, autofinanziato, localizzato, ha meno accesso e soffre molto di più la crisi, restando in piedi grazie solo a ristori e schemi di assistenza. In questo modo la divergenza tra Wall Street e la main street si amplia, e osserviamo l’euforia sui mercati, contrapposta allo sconforto di quartiere.

E veniamo alla reazione dei mercati. Naturalmente l’azionario ha accelerato al rialzo, guidato dai settori ciclici. Il settore bancario aveva da scontare la decisione, da parte dei regulator, di lasciare un cap ai dividendi pari al 15% dei profitti del 2019-20, fino a settembre 2021 ( link ), ma nonostante ciò è passato in guadagno insieme al resto.
Anche la divisa ha reagito, bucando temporaneamente 1.22 ve un $ ancora in arretramento contro tutti i principali cross.
Ad aiutare il sentiment, anche crescente ottimismo sul fronte Brexit: la Von Der Leyen ha dichiarato che esiste un percorso verso un accordo, anche se restano nodi importanti su aiuto di stato e territori di pesca. Secondo fonti anonime l’UK avrebbe accettato un meccanismo di “managed divergence” secondo il quale l’eventuale utilizzo di margine di manovra da parte degli Inglesi da all’EU diritto di rappresaglia.

Così abbiamo approcciato il promo pomeriggio con azionario in rialzo, insieme con l’€ e la Sterlina, e rendimenti a loro volta in rialzo.
Negli USA, però i numeri hanno avuto tutto un altro sapore.
Alle 14.30, le retail sales di Novembre hanno profondamente deluso il consenso, e, con la revisione ai numeri di ottobre, il percorso dei consumi ha perso molta della sua recente brillantezza.

In questo caso, forse era il consenso ad essere troppo alto. Le retail sales correvano sopra il 5% anno su anno, un ritmo insostenibile, e  il Covid sta ancora accelerando in US. Ad un certo punto un calo doveva intervenire (e siamo ancora 4% anno su anno di crescita). Detto questo novembre ha avuto un clima molto mite ( link ) e il -1.1% è il peggior dato da 7 mesi. In generale si vede l’impatto delle misure, analizzando il dettaglio nella figura sotto.

In calo anche i PMI flash di Dicembre in US, con i servizi sotto il consenso, ma nulla di particolarmente shoccante, e comunque il livello di attività indicato resta ancora più che accettabile. In generale, sembra che anche in US la nuova ondata di Covid si stia facendo sentire, infine.

I mercati hanno comprensibilmente accusato poco. Intanto, l’esperienza europea mostra che l’impatto totale potrebbe comunque essere contenuto. in secondo luogo, sembra che al Congresso si stia trovando la quadra per un pacchetto di stimolo. Nulla di spettacolare, si tratta del minimo indispensabile per evitare un collasso dell’impulso fiscale. Ma comunque si parla di estensione del supporto agli small business (di cui 250 bln per Paycheck Protection  program), estensione di sussidi di disoccupazione a 300$ e anche assegni da 6/700 Dollari inviati ai consumatori.
E poi, oggi è la giornata migliore per avere brutti dati, perchè c’è il FOMC stasera e quindi sale l’aspettativa di una performance dovish da parte di Powell e C.
Così l’azionario ha sussultato un po’, ma non ha preso la via del ribasso. La chiusura EU è penalizzata dal calo delle banche che alla fine hanno reagito al cap sui dividendi, ma le performance restano buone, e naturalmente il Dax spicca per vigore, avendo poche banche e tanti ciclici (oltre che un economia in accelerazione, a quanto rilevano i PMI). Viste le news, la performance dell’€ non è nemmeno eccezionale, ma forse l’incombere della FED ha indotto qualche presa di beneficio, dato che il positioning è sicuramente elevato. E poi la Sterlina ha perso un po’ di baldanza (BREXIT: FOR UK AND EU A LANDING ZONE ON THE LEVEL PLAYING FIELD/STATE AID IS IN SIGHT, ON FISHERIES BOTH SIDES SAY THAT IS “VERY DIFFICULT” – RTE ). In comprensibile rialzo i tassi, e in calo gli spreads.

E ora sotto con la FED. Per i motivi indicati nel pezzo di ( link ) non mi aspetto modifiche alle misure. ma forse vorranno dare una nuova guidance al programma di acquisti, che al momento è illimitato, legandolo agli sviluppi macroeconomici.