Giornata di consolidamento sui mercati, dopo l’euforia di ieri. Il tesoro emette 8 miliardi di € di BTP 30 anni.

Con il +0.45% di ieri, Wall Street ha inanellato la quinta salita a fila post FOMC. Se qualcuno aveva dubbi sulla rilevanza della svolta “paziente”, è servito. Con il progresso di ieri sia l’S&P 500 che il Nasdaq 100 sono giunti al cospetto della media mobile a 200 giorni (rispettivamente 2730 e 7040 punti) , la quale dovrebbe opporre per lo meno un po’ di resistenza, in particolare alla luce della rapidità del recupero e del livello di ipercomprato di breve.

La fase di mercato di dicembre è stata eccezionale come persistenza al ribasso, e il rimbalzo sta seguendo lo stesso schema. Nel pezzo di ieri riportavo una serie di considerazioni sul positioning, come fattore principale della resilienza di questo rimbalzo. Sentimentrader ha aggiunto materiale, osservando che mentre i fondi azionari USA hanno visto riscatti record a Dicembre sugli ETF azionari quest’ondata è arrivata a Gennaio.

In altre parole, gli operatori che si servono principalmente dei fondi passivi per investire in azionario, o perchè convinti di avere nuove occasioni di acquisto a prezzi più convenienti, o perchè semplicemente grati di avere la possibilità di liquidare a prezzi meno penalizzanti rispetto alla seconda metà di dicembre, hanno ridotto l’esposizione durante la prima parte del rimbalzo. Sentimentrader osserva che è alquanto insolito notare questa dinamica in un mese positivo. E’ comunque un’altra conferma che il movimento ha preso in contropiede larghe fasce di investitori, che ora rincorrono il mercato. Un eventuale superamento delle medie mobili potrebbe causare altri ingressi precipitosi. Ma per il momento siamo ancora sotto.

Dopo la chiusura ieri sera, Trump ha tenuto il suo tradizionale discorso sullo Stato dell’Unione (rinviato per Shutdown). Tanta retorica, tanti riferimenti ai traguardi raggiunti, ma poca sostanza, in particolare riguardo le sue intenzioni alla scadenza del provvedimento di rifinanziamento del Governo. Il Presidente ha avuto ancora parole di ottimismo per le trattative con la Cina.

Assente il “China complex” più Seul, per festività, la seduta asiatica continua a costituire una faccenda alquanto anonima e incolore. Unica borsa a mostrare un guizzo è stata Mumbai. Sul fronte trade, Dowjones ha riportato che Mnuchin e Lighthizer si recheranno in Cina nei primi giorni della prossima settimana per continuare le trattative e preparare il meeting tra i presidenti.

L’apertura europea è stata gratificata dell’ennesimo dato brutto tedesco, in questo caso i factory orders di dicembre (-1.6% da precedente -0.2% e vs attese per +0.3%). La revisione del dato di novembre (originalmente era un -1%) mitiga un po’ il quadro. Detto ciò, per il momento abbiamo zero ripresa in Germania, anche se nel trimestre in corso l’industria automobilistica dovrebbe riprendere un po’ di vigore.

Gli indici non hanno accusato più di tanto. L’unico effetto è stato qualche decimo perso dal DAX, mentre gli altri si sono incanalati in un consolidamento, pressochè laterale, delle buone performance di ieri.
Su Bloomberg è comparso un pezzo in cui fonti anonime riferiscono che l’ECB non è ancora convinta della necessità di una nuova TLTRO e non vede alcuna urgenza di lanciarla a marzo.
Brusca correzione del settore bancario europeo quindi? Nossignore.
L’Eurostoxx banks ha aperto negativo sulla notizia, ma per metà mattinata aveva già recuperato, e nel prosieguo ha accumulato un rialzo sontuoso, outperformando alla grande gli indici generali, e trainando  Milano ad un buon progresso. Difficile, onestamente, individuare un catalyst preciso di questo movimento, al di la dei buoni risultati dell’olandese ING. Il fatto è che il settore aveva performato davvero male, e in controtendenza rispetto al resto, per tutta la scorsa settimana e fino a lunedi, e, come successo anche in US col settore tech, dei risultati non particolarmente ispirati ma non catastrofici (vedi Intesa ieri, BNP oggi) stanno causando una corsa alle ricoperture, da parte di un mercato divenuto troppo pessimista.

Sul fronte Brexit, tregua oggi, ma domani la May dovrebbe incontrare Juncker e Tusk e dovremmo capire che spazio di negoziato c’è, al di la dei proclami. Nel frattempo il Telegraph riporta che il Governo sta riflettendo sull’opportunità di richiedere un estensione dell’articolo 50 fino al 24 maggio. Resto dell’idea che un outcome del genere sia il più probabile ma forse prima ci tocca di vedere ancora un po’ di “sturm und drang”, tramite il quale la May cercherà di ottenere che il Parlamento voti un accordo copia di quello bocciato, eventualmente con un po’ di cosmesi su cui avrà ottenuto il beneplacito EU.

L’altro evento della giornata è stato il lancio del nuovo BTP 30 anni sindacato. Il book ha aperto in mattinata ed ha rapidamente raccolto interessi per 41 bln, a fronte dei quali ne sono stati emessi 8.

In US oggi era una giornata povera di dati e di eventi. Il trade balance di novembre, pubblicato in ritardo causa shutdown, ha deliverato una sorpresa rilevante, riducendosi vistosamente ( deficit di 49.3 bln da precedenti 55.7 bln e vs attese per 54 bln). Il motivo sarebbe un grosso calo delle importazioni, probabilmente un effetto dell’accelerazione dei mesi autunnali causata dai timori di aumento dei dazi. Il dato, che implica un aumento delle stime di GDP US del quarto trimestre (il modello della Fed di Atlanta ha elevato la stima di 0.2% a 2.7%), ha forse contribuito ad un ulteriore recupero del Dollaro nei confronti di un € tornato in calo da qualche seduta.

Wall Street ha aperto con un tono correttivo, ma successivamente si è incanalata in un consolidamento simile a quello dei mercati Eurozone e, a poco più di 2 ore dalla chiusura, non è ancora chiaro se terminerà in calo, oppure inanellerà la sesta seduta positiva di seguito. Dal canto loro, gli indici europei hanno chiuso con cali marginali, ad eccezione di Milano, che ha festeggiato l’indiscrezione ANSA secondo cui la Commissione EU domani taglierà la stima di GDP italiana per il 2019 da +1.2% a +0.2% (peccato, io avevo creduto al +1.5% di Conte a Davos…).
Il FTSE Mib ha segnato i massimi da ottobre scorso, lambendo il l,ivello di 20.000 punti, trainato dal settore bancario (+2.4%).
Di tono opposto la performance della carta italiana, con lo spread in allargamento di una manciata di bps. A pesare, la comunicazione delle allocazioni e il pricing della nuova emissione, che hanno apparentemente dato luogo ad un attività di hedging di entità tale da affossare un po’ il future. Vedremo domani se la spiegazione è sostanzialmente questa, o vi è di più.