Effetto CPI e aperture in Cina, continua il rally sull’azionario.

NB LAMPI SALTA 2 USCITE E TORNA MERCOLEDI’ 16 NOVEMBRE

Chiusura incredibile ieri era per Wall Street, con l’S&P 500 in progresso del 5.54% e il Nasdaq 100 addirittura del’ 7.49%. Una performance pazzesca, a fronte di un dato che, si, è uscito significativamente sotto attese. Ma non può essere considerato un totale cambio di scenario, perchè i segnali che ha dato erano già latenti nei dati precedenti, a mio modo di vedere. L’inflazione dei core goods era già nulla a settembre. Era già noto che i prezzi delle auto usate calavano. E per quanto riguarda la temuta componente shelter (alloggi) i segnali di un futuro rallentamento erano già ben presenti e spesso da me commentati. Il dubbio era quando avrebbe rallentato. E il calo di ottobre potrebbe dell’ Owner Equivalent Rent anche essere un falso segnale, ma non ci sono dubbi che i rents rallenteranno, visto le disastrose dinamiche in corso sul mercato immobiliare.
Il punto è che mercato azionario e obbligazionario erano tenuti in scacco dalla retorica FED e dalla sua lettura della situazione. Il dato di ieri sembra averli liberati, e il rally in tandem di treasury e azioni, con i comparti tech e growth a trainare ne è la dimostrazione. Il mercato sembra vedere la fine del tightening e va a scontare una politica monetaria più accomodante. Su questo punto ci sono 2 considerazioni da fare:
1) Bisogna vedere quando spago darà la FED. Effettivamente la retorica si è un po’ modificata e anche ieri i membri FED hanno avuto toni meno aggressivi, sottolineando che pare giunto il momento di rallentare coi rialzi e valutare gli effetti di quanto fatto (Logan, Harker). Il dato è stato preso come un primo segnale, anche se la guardia deve restare alta (Daly, Logan). Ma Powell ha in passato represso ogni tentativo della curva di prezzare pause o tagli, e ogni sollievo significativo dell’azionario, e potrebbe decidere di temperare anche questo. In effetti la curva USA ora prezza un target finale attorno al 4.90-95% per i Fed Funds a maggio, ed un ritorno al 4.45% per fine 2023. E questi 50 bps di taglio cozzano con lo scenario FED.
2) D’altro canto il dato di ieri ha cementato le attese di un rialzo di 50 bps al FOMC del 14 di Dicembre. Meglio dei 75 bps che si rischiavano. Ma sempre rialzo è. Il mercato festeggia il rientro delle attese su target e durata del periodo di tightening, ma vale la pena di considerare che sui prossimi trimestri si devono dispiegare gli effetti dei rialzi fatti finora, e di quelli venturi. E questo ciclo di tightening è stato praticamente senza precedenti, nel recente passato, come velocità. Piper Sandler ha notato che tutte le principali componenti dell’inasprimento delle condizioni finanziarie si sono mosse all’unisono.


E’ quindi sensato che il mercato mostri sollievo per il possibile cambio di scenario su inflazione e Fed. Ma poi verrà il momento di scontare l’impatto di quanto realizzato nel 2022 in termini di tightening, sull’economia nel 2023. vale la pena di osservare di nuovo che i principali bear market sono terminati sempre ben dopo che la Fed aveva iniziato a tagliare i tassi.

In  effetti nel 2018 il bottom è stato in concomitanza con l’ultimo rialzo, o poco dopo. Ma li non c’è stata recessione e non era un vero e proprio bear market.

La seduta asiatica ha reagito coerentemente alla bonanza di Wall  Street. Tutti gli indici dell’area hanno mostrato progressi rilevanti. Ma Hong Kong e le “H” shares cinesi sono letteralmente esplose (rispettivamente +7.7% e 8.3%) grazie all’annuncio da parte delle autorità di nuove modifiche delle misure anti covid in direzione di una riapertura ( link ):
** Quarantena per viaggiatori in arrivo dall’estero ridotta a 5 giorni da 7 (ma con 3 di isolamento a casa)
** Riduzione nel livello del test a cui viene determinato se si è positivi o meno (quindi non avranno restrizioni molti debolmente positivi)
** Per viaggiare sarà sufficiente un test negativo ottenuto nei 2 giorni precedenti il volo.
** I contatti stretti di positivi non saranno più soggetti a quarantena
** Non ci saranno più tamponi di massa in regioni con focolai
** fine della cancellazione dei voli alle compagnie aeree che hanno importato più casi
** Ulteriore rafforzamento della campagna vaccinale soprattutto verso gli anziani

Dove c’era il fumo c’era anche l’arrosto quindi. E meno male, perchè i casi stanno salendo e a Pechino hanno fatto il massimo da oltre un anno ( link China Covid Cases Top 10,000, Beijing Highest in Over a Year).
In ogni caso sono aperture parziali, e il processo di normalizzazione a quanto pare sarà lungo. Ma ovviamente è una buona notizia, e in cina i mercati azionari erano belli compressi per cui il sollievo è comprensibile, così come quello globale vista l’importanza del fattore cinese pe economia globale e catene di approvvigionamento.

La seduta europea è partita con un tono discreto, e gli indici a fattorizzare gli ulteriori progressi di Wall Street ieri sera. Sull’attività ha pesato il fatto che oggi in US è la giornata del Veterano, e quindi una festività parziale, nel senso che la borsa è aperta ma l’obbligazionario è chiuso.
La mattinata è quindi trascorsa in maniera piuttosto tranquilla, con l’azionario in progresso, e l’€ in ulteriore recupero contro un Dollaro generalmente venduto.
Unica cosa, fin dai primi scambi i bonds europei hanno preso a restituire i cali dei rendimenti maturati ieri in simpatia con quelli USA. A fine giornata, i movimenti sono stati interamente cancellati per i bonds core. Un movimento che ha senso, a mio modo di vedere. Come osservato nel pezzo di ieri ( link ) il quadro inflattivo europeo è diverso da quello USA. Il trend è solido, la componente esogena (food+energy) preponderante, e i prezzi alla produzione lasciano intendere che il CPI EU si manterrà a 2 cifre ancora per un paio di trimestri almeno. E a maggior ragione se le commodities temporaneamente si avvantaggiano di un allentamento della morsa FED, un fenomeno tutto da dimostrare, ma che oggi è evidente con il petrolio a +3%.
Anche i membri ECB sembrano concordi ovviamente. Dal loro punto di vista, questo easing delle condizioni finanziarie non fa bene al loro mandato. Oggi De Guindos è entrato in argomento.
*ECB’S GUINDOS SAYS TECHNICAL RECESSION VERY LIKELY
*ECB’S GUINDOS: HIGH INFLATION RAISES RISK OF 2ND-ROUND EFFECTS
*ECB GOAL IS TO KEEP INFLATION EXPECTATIONS ANCHORED: GUINDOS
*ECB’S GUINDO: FISCAL POLICY NEEDS TO BE MORE TARGETED
*ECB’S GUINDOS: FISCAL POLICY CANNOT CLASH WITH MONETARY POLICY
*ECB’S GUINDOS: MARKETS OVERREACTED TO POSITIVE US CPI DATA
*ECB QT HAS TO BE DONE VERY CAREFULLY: GUINDOS

Con un sentiment leggermente offuscato siamo arrivati al pomeriggio. Wall Street ha aperto positiva ma, in un regime di attività semifestivo ha alternato temporanee prese di beneficio a tentativi di recupero. Alle 16 la pubblicazione della U.of Michigan Consumer Confidence ha causato un brivido.

La survey è uscita peggiore delle attese e con le attese di inflazione di lungo periodo tornate al 3%, probabilmente un effetto dell’aumento del costo del carburante alla pompa. L’università ha indicato nella nota che il deterioramento più forte si è notato nelle buying conditions dei beni durevoli. Per quel che può valere, metà del rimbalzo dai minimi è stato cancellato con Novembre, e condizioni correnti e aspettative restano su livelli che hanno caratterizzato la grande recessione e il 2012.

Nulla che potesse modificare di molto il quadro di una giornata semifestiva. Wall Street ha continuato a oscillare, frenata forse anche dalla debolezza delle criptovalute, seguita all’inizio della procedura fallimentare (chapter 11) per FTX.
*FTX GROUP SAYS IT COMMENCED BANKRUPTCY PROCEEDINGS IN US
*FTX GROUP SAYS SAM BANKMAN-FRIED HAS RESIGNED AS CEO
Il tech però continua a sovraperformare, in una prosecuzione dell’effetto di ieri che si nota anche sulla divisa.

Le borse europee chiudono con progressi inferiori a quelli mostrati al mattino, ma marcano ulteriori massimi di periodo. Milano corona la sesta seduta positiva consecutiva, e l’ipercomprato sul FTSE MIB raggiunge livelli stratosferici, con oltre 80 di RSI. Davvero notevole, se si considera che il BTP ritraccia tre quarti del calo dei rendimenti di ieri e lo spread sale di 5 bps.
L’€ recupera ancora una figura abbondante. Da ieri prima del dato il rimbalzo sfiora il 4%. Davvero una reazione enorme.
Come accennato sopra i rendimenti eurozone mostrano rialzi a 2 cifre. Col mercato obbligazionario USA chiuso è difficile dire cosa fanno quelli USA, ma i futures sul globex segnalano rimbalzi di qualche bps, anche se vanno presi con beneficio di inventario: le variazioni saranno più affidabili quando tornerà la liquidità, lunedi. Tra le commodities sempre forte il rame, bene l’oro e ritorno di forza su oil.
A metà seduta Wall Street sembra intenzionata a costruire sui guadagni di ieri, col Nasdaq 100 in progresso di quasi un 1%. Vedremo la chiusura, e soprattutto lunedì col ritorno a pieno servizio degli USA.