Draghi rinvia le decisioni su TLTRO e Tiering, ma sottolinea che l’ECB ha gli strumenti per agire in tutte le situazioni

NB: Ieri sera, il verificarsi di un disguido informatico ha ritardato l’invio di Lampi per la seconda volta in pochi giorni. Riteniamo di aver risolto il problema. Ad ogni buon conto, nell’eventualità del ripetersi di disguidi (o nel caso non infrequente in cui la mail venga rigettata dai firewall o messa nella casella “spam” di alcuni degli abbonati) vi rendo noto che la nota è disponibile, dall’istante della pubblicazione, sul sito Anthilia, al link sotto
https://financialconsulting.anthilia.it/lampi-colore/

La giornata dell’ ECB, del CPI US, delle minute FOMC, e del Summit EU è iniziata con un tono contrastato, in Asia.
Intanto, ieri l’S&P 500 ha interrotto a 8 sedute la sua serie positiva, mettendo giù, infine, una perdita (-0.6%). Come accennato ieri ( link ), tra i catalyst sono stati indicati il taglio delle previsioni IMF e le minacce di dazi da parte degli USA (a cui l’UE ha annunciato possibili rappresaglie), ma a mio modo di vedere il tono correttivo è maggiormente figlio del ipercomprato di breve e dell’incombere degli importanti eventi odierni.
Una teoria che possiamo utilizzare anche per darci ragione del clima di attesa osservato in Asia stamattina.  Tra l’altro, da domani e per i prossimi 5 giorni, in Cina parte una bella stringa di dati macro relativi al mese di marzo (CPI, trade balance, aggregati monetari e di credito, retail sales, prod industriale e investimenti), il che a maggior ragione giustifica un mood incerto.  Le performance dei principali indici quindi stamattina sono risultate in ordine sparso, con Seul sugli scudi (+0.45% grazie a nuovo stimolo fiscale in arrivo) e Mumbai maglia nera (-0.75%). Performance di segno opposto per le A shares (+0.07%) e le H shares (-0.5%).

L’apertura europea ha potuto contare sul buon tono dei dati macro Eurozone. Sia la produzione industriale francese (+0.4% da prec +1.2% e vs attese per -0.5%) che quella italiana (+0.8% da prec +1.9% e vs attese per -0.8%) hanno sorpreso in positivo, mostrando, in luogo dei cali attesi, rialzi. Vuoi vedere che nel primo trimestre 2019 l’economia italiana non ha continuato a contrarsi come pensiamo in molti?
Del newsflow si sono avvantaggiati moderatamente sia l’equity continentale che la divisa unica. Se i tassi core sono rimasti fermi ad attendere il verbo di Draghi, il BTP ha continuato il movimento di ieri, forte, oltre che delle notizie macro, della ripresa di indiscrezioni  comparse su Bloomberg sulla vendita di Asset pubblici a CDP
*ITALY MAY SELL ASSETS WORTH EU9B TO STATE LENDER CDP, SOLE SAYS
*ITALY’S STATE ASSETS ON SALE MAY INCLUDE ENI, ENAV, STM: SOLE
Alla fine, i numeri del Def sono stati confermati a 0.2% per la crescita e 2.4% per il deficit, leggermente meglio di quanto circolato ieri, e, nel documento è previsto un modesto correttivo, concordato ai tempi in caso di deviazione dalle stime macro e fiscali, di 0.1%, la cui applicazione dovrebbe attenuare le tensioni con l’EU. In effetti, visto che le stime sono state/saranno riviste più o meno ovunque in Eurozone, è improbabile che Bruxelles voglia infierire, in questa fase, con una procedura di infrazione. Il 2020 è un altro paio di maniche, con 23 bln da trovare per evitare l’aumento dell’IVA. Ma siamo ancora lontani.

I mercati sono andati incontro all’ECB con toni moderatamente ottimisti: azionario in marginale guadagno, € in recupero, spread in massiccio calo.
Scontata la conferma dell’attuale set di misure di politica monetaria, nello Statement i riferimenti a economia e inflazione sono rimasti pressochè invariati rispetto all’ultimo meeting. La fase di rallentamento si sta prolungando, a causa della debolezza della domanda internazionale, e di alcuni fattori specifici che stentano a riassorbirsi, mentre la domanda interna mostra una certa tenuta grazie a crescita di occupazione e salari. I rischi macro restano orientati al ribasso.
Specifici, nel testo, i riferimenti alla TLTRO e alla mitigazione degli effetti collaterali dei tassi negativi. Le modalità della prima verranno decise nei prossimi meeting, tenendo conto delle condizioni del canale del credito, e del quadro macro. Riguardo il tiering, il Governing Council ha espressamente riconosciuto la necessità di prenderlo in considerazione, anche se nel Q&A Draghi lo ha definito un discorso prematuro.
Il Presidente ECB ha chiarito che il Governing Council resta pronto ad utilizzare tutti gli strumenti per ottenere i suoi obiettivi, e ha aggiunto che la reazione del mercato al suo discorso alla ECB Watchers Conference (quando ha accennato alla questione del tiering per mitigare gli effetti indesiderati dei tassi negativi) è da considerarsi corretta.
Ora, in quell’occasione i tassi monetari erano scesi marcatamente  e tra gli operatori era circolata l’ipotesi che il tiering avesse la funzione di permettere all’ECB di portare il tasso di deposito ancora più in negativo. L’avallo di Draghi a quella reazione, unito alla dichiarazione che tutti gli strumenti sono utilizzabili, è stato interpretato dal mercato come un implicita ammissione che questo ulteriore taglio non è da escludere.
Coerentemente, i tassi core sono scesi ulteriormente, e la curva monetaria ha prezzato una probabilità modesta di un taglio entro 12 mesi. E l’€ ha invertito la marcia, arrivando a cedere, a tratti 50, centesimi rispetto al livello pre conference. Sul fronte azionario la reazione più significativa (in negativo) l’ha avuta il settore bancario Eurozone. D’altronde, se il sistema di tiering è funzionale a tagliare i tassi ulteriormente, il pacchetto non è così favorevole come sarebbe se fosse servito solo ad attenuare l’impatto dei livelli attuali.

Personalmente, trovo la reazione del mercato esagerata. Effettivamente, Draghi non ha fatto nulla per negare la possibilità di portare il depo ancora più in negativo, e i suoi commenti aprono alla possibilità di un ulteriore utilizzo della leva dei tassi. Nell’attuale contesto, è comprensibile che il Presidente abbia voluto sottolineare ripetutamente che tutte le leve di politica monetaria hanno ancora margine di manovra. E’ però altrettanto evidente che il deterioramento del quadro richiesto per giustificare una scelta del genere è significativo.
E, onestamente, non mi pare che gli ultimi dati europei, ancorchè non brillanti, vadano in quella direzione. Per fare alcuni esempi, in Germania l’IFO di marzo è salito, e retail sales e produzione industriale a gennaio e febbraio hanno fatto assai meglio delle attese (cosi come quelli italiani e francesi, vedi sopra). Il PMI eurozone di marzo, alla fine, ha conservato il grosso del rimbalzo di febbraio, grazie alla forza dei servizi. Resta la debolezza del manifatturiero, ma qualche speranza arriva dai dati cinesi (ne sapremo di più i prossimi giorni). Su queste basi, non vedo il motivo di prezzare ulteriori tagli del depo, a maggior ragione alla luce del fatto che Draghi ha definito prematura la discussione.

Coperto dalla Conference dell’ECB, il CPI US di marzo ha sorpreso al ribasso. In linea il dato headline a 0.4%, quello core è uscito 0.1% (in realtà 0.05 arrotondato) vs attese per 0.2%. Ma la differenza riflette un eccezionale calo della categoria del  vestiario (-2.5% peggiore discesa da inizio serie, nel 1949) che sembra effetto di una distorsione. Altre categorie come quella, rilevante, degli alloggi, e quelle del medical care hanno mostrato aumenti solidi. In generale un dato che modifica di poco il quadro.

Purtroppo, l’evento clou della giornata, il summit a Bruxelles sulla Brexit, è iniziato attorno alle 18, ed è improbabile che le prime dichiarazioni ufficiali arrivino prima della tarda serata. Le ultime news rivelano che l’EU sarebbe determinata a offrire un estensione di un anno (o almeno fino a fine anno), accorciabile, con l’eccezione di Macron che invece spinge per un estensione più breve e legata a condizioni. La May, per contro, si presenta con una richiesta di estensione fino al 30 giugno. Ma dai colloqui con i Laburisti non è ancora emerso nulla e i toni sono tornati freddi, per cui non sembra che ci sia materiale per convincere l’EU che un accordo è imminente. In base alla nuova legge Cooper/Letwin approvata ieri, la May deve mettere al voto nel Parlamento UK qualsiasi proposta diversa dalla sua che l’EU gli farà.
La Sterlina va incontro al Summit con un moderato ottimismo.

La chiusura europea vede i principali indici riguadagnare il segno “più” nel finale, con l’eccezione di Milano e Madrid, entrambe invariate (eventualmente frenate dalle banche). Anche la divisa unica ha al momento recuperato le perdite post Draghi, e oscilla attorno alla parità. L’effetto ECB si è rivelato più coriaceo sui tassi, che hanno ritracciato solo moderatamente dai minimi di metà pomeriggio, e sul settore bancario Eurozone, che ha solo attenuato le perdite.
Il BTP ha consolidato un po’ i guadagni delle ultime 48 ore, eventualmente anche in vista dell’asta di domani (7.75 bln € in arrivo su 3 linee, 3, 7 e 15 anni). La circostanza che la stra grande maggioranza dei governativi Euro sotto i 5 anni di scadenza offra rendimenti negativi o nulli costituisce un bel supporto per la carta italiana.
Wall Street va incontro alle minute FOMC (in pubblicazione alle 20 italiane) con un moderato progresso. Con l’abbondanza di discorsi di membri Fed dell’ultimo periodo, più o meno concordi, dubito che emergeranno sorprese rilevanti. Il vicepresidente FOMC Clarida ha parlato ieri sera e parlerà ancora domani, insieme con Bullard,  Kashkari e Bowman.