Draghi cambia marcia e accende i mercati

Giornata campale sui mercati, sponsorizzata dal discorso di Draghi a Sintra.
Che l’attesa fosse fervente (sia per quest’appuntamento, che per quello con Powell domani sera) lo si era capito dalla price action nervosa e inconcludente di ieri.
Stamattina, in Asia, l’andamento è stato moderatamente costruttivo. Tokyo ha sofferto, apparentemente in seguito a dichiarazioni del Governatore Kuroda improntate allo scetticismo sul ciclo macro globale. La reazione sembra strana, considerando che Giovedì c’è il meeting BOJ. Evidentemente i locali non ritengono che la Banca Centrale disponga ancora di molto grip sui mercati.
Moderati guadagni per il resto degli indici dell’area, in un contesto di attesa e newsflow ridotto.

L’apertura europea è stata invero opaca, con gli indici lesti ad accumulare un discreto passivo, senza catalyst degni di nota. Evidentemente, gli investitori sono andati incontro a Draghi convinti che il Presidente ECB avrebbe fatto modifiche solo marginali alla stance mostrata il 6 Giugno.
Nulla di più sbagliato.
Nel suo discorso di apertura, Draghi ha decisamente cambiato marcia:
** l’ECB resta dedicata all’obiettivo di un inflazione sotto, ma nei pressi del 2% e non si rassegna ad incrementi dei prezzi troppo bassi. Il target va inteso in maniera simmetrica: ne consegue che l’inflazione, per centrare l’obiettivo di lungo periodo, dovrà restare sopra il 2% per un po’ di tempo.
** In assenza di miglioramenti del quadro, che riducano il rischio di un mancato ritorno dell’inflazione al target, servirà ulteriore stimolo monetario. Nelle prossime settimane il Governing Council deciderà come gli strumenti in suo possesso possono essere adattati a contenere i rischi per la stabilità dei prezzi.
** Ulteriori tagli dei tassi e contromisure contro i loro effetti collaterali fanno ancora parte degli strumenti a loro disposizione
** Il programma di acquisti ha ancora un considerevole margine di utilizzo, e comunque le regole che si sono dati sono specifiche per le contingenze che affrontano. Hanno già dimostrato di essere in grado di usare  ampia flessibilità per perseguire il nostro mandato.

La notazione che in assenza di miglioramento servirà ulteriore stimolo, e il riferimento alle prossime settimane come intervallo di tempo a dedicare all’individuazione di strumenti e modalità, indica che al meeting del 25 Luglio potremmo già avere indicazioni ufficiali sulle intenzioni del Governing Council. L’accenno alla specificità delle regole indica che le modalità del Programma di acquisti potrebbero essere cambiate per guadagnare margine di manovra.

La maggiore proattività, e il maggior senso di urgenza e preoccupazione del Presidente ECB, rispetto ai toni rilassati di 12 giorni, fa mostrano che Draghi ha optato per “ascoltare” il messaggio del mercato, che aveva reagito così male alla conference del 6 giugno.
E la reazione dei mercati è stata coerente:
** nuovo collasso dei rendimenti dei bonds Eurozone, ad anticipare la ripresa del QE, e tassi in ulteriore calo (ora i futures scontano quasi 10 bp di taglio entro settembre e quasi 20 in un anno). Ma questa volta le attese di inflazione sono rimbalzate ( + 9 bp per il 5y forward breakeven e 6/7 bps di salita su tutta la curva degli inflation swap).
** l’€ si è indebolito, toccando a tratti 1.118 vs $.
** E l’azionario ha bruscamente invertito la marcia, guadagnando progressivamente terreno per tutta la seduta.

Ad esaltare l’impatto sull’azionario del cambio di marcia dell’ECB, a mio modo di vedere, 2 circostanze:
1) è la settimana delle Banche Centrali, e se il buongiorno si vede dal mattino, gli investitori si aspettano cornucopia anche dalla FED e dagli altri protagonisti minori, costretti a reagire alla munificenza di Draghi. A confermare questo genere di pressioni ha pensato Trump, con un paio di Tweet avvelenati

Ad aumentare la pressione su Powell, in giornata sono circolate indiscrezioni che la Casa Bianca ha esplorato la possibilità legale di rimuovere Powell dalla presidenza FED. Successivamente il capo dei cosulenti economici della Casa Bianca kudlow ha chiarito che è una vicenda di 6 mesi fa, e al momento non è più attuale.
2) il positioning è decisamente difensivo, il che tende ad esaltare l’impatto delle notizie positive, e attenuare quelle negative. Proprio oggi è stata pubblicata la Fund manager Survey di Merril Lynch per giugno, che ha riportato un allocazione di azionario ai minimi dalla Grande Recessione, ed un cash nei portafogli ai massimi dal 2011.

Non c’è da stupirsi che l’azionario abbia mostrato una bella resilience al newsflow macro altalenante degli ultimi giorni, e che reagisca così, nel momento in cui le Banche Centrali danno il segnale di voler spingere sull’acceleratore.

Aggiungiamoci che, nel primo pomeriggio, Trump ha deciso di rendere pubblico un nuovo cambio di atteggiamento nei confronti della Cina, e il quadro per una giornata campale è diventato completo.
Il Presidente US ha rivelato via Twitter di aver avuto una telefonata assai cordiale con il Presidente cinese Xi, e che si sono accordati per un meeting esteso al G-20 in Giappone, mentre gli sherpa delle 2 parti saranno al lavoro nei prossimi giorni per preparare il meeting. Dalla Cina sono arrivate conferme degli accordi e auspici di trattative costruttive.
** CHINA’S PRESIDENT XI AGREES TO TALK WITH TRUMP DURING G20- CHINESE STATE MEDIA
** CHINA’S PRESIDENT XI SAYS HE HOPES THE TWO SIDES CAN KEEP IN CONTACT ON RESOLVING CHINA AND U.S. TRADE DISPUTES -CHINESE STATE MEDIA
** CHINA’S PRESIDENT XI SAYS HE HOPES U.S. TREATS CHINESE FIRMS FAIRLY-CHINESE STATE MEDIA

Così la salita dell’azionario è diventata trionfale. L’azionario Eurozone chiude con vistosi guadagni (Eurostoxx e Dax oltre il 2%) meno vistosi però di alcune variazioni mostrate dal reddito fisso:
** Nuovo record negativo per il rendimento del bund a -0.32%
** Rendimento negativo per la curva francese fino al 10 anni.
** Collasso dei rendimenti dei periferici, con Spagna e Portogallo sotto l’1% fono a 15 anni compreso, e il BTP a mostrare cali record (-18 bp sul 10 anni) e uno spread in calo di 10 bps a 243.
Completano il quadro un violento rimbalzo del petrolio e delle commodities, mentre l’oro recupera qualcosa ma ha perso i massimi di giornata, in seguito al calo della risk aversion grazie alle dichiarazioni di Trump sulla Cina.
Wall Street dal canto suo ha ritracciato un po’ dai massimi di seduta, ma mostra un buon progresso, trainata dal Nasdaq, a 24 ore dal FOMC di domani sera. Tra le varie domande che dovremmo porci in relazione a questa price action, la più urgente, visto l’incombere del FOMC, è: con gli indici a poco più di un 1% dai massimi storici, ha senso quanto prezzato dalla curva USA in termini di tagli dei tassi (uno a luglio e 3 entro fine anno)? Come può Powell avallare questo pricing?
Verissimo. Ma il quadro macro zoppicante (passato in secondo piano oggi) probabilmente indurrà il Presidente FED a lasciarsi aperte le opzioni. E poi, c’è la necessità di non lasciare troppo spazio tra la stance Fed e quella delle altre banche centrali.
E comunque dopo oggi, e alla luce delle ultime testimonianze, il mercato sarà riluttante a scommettere su una delusione.

Sul fronte tecnico, dopo alcuni giorni di stallo per scaricare l’ipercomprato di breve, l’S&P 500 sta testando seriamente la soglia psicologica di 2.900 punti.

Una chiusura sopra quel livello (probabile, vista l’aria che tira) chiama nuovi massimi, ed eventualmente quota 3.000. Il testa e spalle illustrato nel pezzo del 29 maggio risulta fermamente negato, e anche questo chiama il superamento del livello della testa della figura (2950 punti circa)
Il quadro riceve ulteriore forza dalle osservazioni fatte sopra sul positioning estremamente difensivo.