Consolidamento dell’azionario a inizio settimana.

Venerdì sera, la settimana è finita in gloria a Wall Street: nuovo massimo storico per l’S&P 500, sesta settimana positiva di seguito, Dow Jones per la prima volta oltre 28.000, e un clima ormai decisamente euforico. Il tutto condito con commodities (Oil +1.7%) e tassi in rialzo.

In realtà nel week end il newsflow ha avuto toni misti. La PBOC, nel suo report trimestrale, ha ammonito che l’economia affronta crescenti difficoltà. Rispetto al precedente  report, prodotto ad Agosto, la  situazione sarebbe peggiorata. Ma forse il mercato si è concentrato sulla parte in cui la Banca Centrale ha annunciato che aumenterà i provvedimenti “anticiclici”. Qua il sospetto è sempre che, se le  autorità dicono che le cose vanno male, è per giustificare nuove misure di easing monetario e fiscale.
Ad Hong Kong, dopo un Sabato di preparativi, in cui le truppe cinesi hanno fatto la loro comparsa, per la prima  volta dal ’97, ma con l’intento di pulire le strade, le proteste a Hong Kong sono riprese con alcune novità: I manifestanti si sono asserragliati nelle università, che la polizia sta fondamentalmente assediando. La situazione sembra ancora in via di peggioramento.
A correggere l’andamento della seduta asiatica, iniziata comprensibilmente sotto tono, dapprima l’azione della PBOC, che ha abbassato il reverse repo a una settimana di 5 bps al 2.5% (mossa simbolica, ma primo ribasso dal 2015) e ha iniettato altri 180 bln  Yuan al fine di attenuare le tensioni sulla liquidità.
Xinhua ha riportato che tra le prime linee (Liu He per la  parte cinese e Mnuchin e Lighthizer per quella USA) è intercorsa una telefonata, nella quale si sono avute “discussioni costruttive” su tutti gli argomenti attualmente oggetto di divergenze. La telefonata sarebbe stata richiesta dagli USA, e le parti concorderebbero sull’opportunità di rimanere in contatto. Il mercato ha reagito bene, ma a molti non è sfuggito che si parla di “discussioni”, e non di “progressi”.
Dal canto suo, l’US trade Representative dovrebbe prorogare  le licenze per le aziende USA per fare affari con Huawei, ma solo di 2 settimane, tanto per mantenere la pressione su Pechino.

Su queste basi la parte finale della seduta  asiatica si è risollevata, e perfino Hong Kong, le “H” e le “A” shares hanno messo a segno discreti progressi. Dei principali indici, solo Sydney ha ceduto, mentre Seul e Mumbai sono rimaste più o meno invariate.

Le news hanno offerto anche all’Europa un apertura positiva, coi principali indici a mostrare moderati guadagni. Parimenti, i rendimenti hanno mostrato tendenza a salire, e il BTP ha continuato il suo recupero, dopo il rimbalzo della fine della scorsa settimana.
Sul fronte brexit in settimana verranno pubblicate le piattaforme elettorali dei principali partiti (Conservatori, Laburisti e Libdem) tutte presumibilmente contenenti grandi promesse di sgravi fiscali e sussidi. Domani avremo il primo scontro TV tra Johnson e Corbyn, con i sondaggi che, in particolare dopo l’accordo con Farage danno ampie maggioranze ai Tories (8-15 punti). La Sterlina ha reagito positivamente anche alla dichiarazione di Johnson, secondo cui ogni candidato conservatore ha firmato un impegno a votare a favore del suo accordo per l’uscita, se eletto. Con ciò il Premier uscente vuole dimostrare di essere in grado di sbloccare l’uscita, se rieletto.

Il buon tono in Europa è durato una mattinata scarsa e dopodichè gli indici sono passati in negativo,  accelerando al ribasso quando nel primo pomeriggio la corrispondente di CNBC ha tweettato che secondo una fonte governativa, gli umori a Pechino sul trade sono pessimistici. La causa sarebbe il veto di Trump alla riduzione dei dazi. La strategia attuale  sarebbe ora di continuare a colloquiare ma aspettare, in vista degli sviluppi sull’impeachment e le presidenziali. Trump continua a ripetere che la Cina desidera disperatamente un accordo, ma l’impressione è che al momento sia la  Casa Bianca a volerlo con maggior convinzione. Tutta la recente retorica va in questa direzione e quello dei cinesi sembra un velato monito per il Presidente, da contrapporre alla costruttività della retorica ufficiale: se i dazi non scendono, ai Cinesi sta bene di aspettare.

Così l’azionario è passato in negativo, i bonds hanno ripreso forza ed in general il clima è cambiato nel pomeriggio. Sembra va che fossimo indirizzati verso la prima giornata di correzione decente, ma successivamente la risk aversion si è progressivamente attenuata.
Una certa attenzione hanno attirato le dichiarazioni pubbliche seguite ad un incontro tra Trump e Powell, alla presenza di Mnuchin. Il Presidente Fed nello statement si è  impegnato al massimo per confermare l’attuale stance pubblica del FOMC. Ma la soddisfazione espressa da  Trump in un tweet post meeting ha forse alimentato nel mercato l’impressione che i 2 abbiano trovato terreno comune, oppure che il Presidente estorto collaborazione a Powell. Sta di fatto che l’azionario USA ha recuperato la parità, e il Dollaro ha accentuato la tendenza ad indebolirsi contro € e Sterlina, mentre i rendimenti treasury, a differenza di quelli Eurozone, non hanno affatto reagito al rimbalzo del sentiment. Naturalmente, un sentiment come quello osservato la scorsa settimana, non si esaurisce in poche ore, per cui a prescindere dalle news, che il primo dip sia rapidamente comprato non deve sorprendere più di tanto. Personalmente, come illustrato nel pezzo di venerdì ( link ),  continuo a ritenere che nel breve “i rischi siano al ribasso” per utilizzare una locuzione cara ai Banchieri Centrali.
La chiusura europea vede i principali indici cedere marginalmente (Milano un po’ di più ma 0.2% circa è costituito da stacchi di dividendi). Detto del cambio, i rendimenti core alla fine chiudono su livelli quasi invariati, mentre la periferia, BTP in testa, recupera terreno.

La settimana in termini di dati parte lentamente per chiudere col botto. Infatti domani abbiamo solo fatturato e ordini all’industria italiani di settembre, e dati su immobiliare di ottobre in US. Abbiamo però il dibattito Johnson Corbyn alla TV UK.
Mercoledì abbiamo solo le minute FOMC. Giovedì abbiamo in US il Philly Fed, e venerdì chiudiamo con i PMI manifatturieri, servizi e composite flash di novembre in: Giappone, Francia, Germania, Eurozone e USA. Poi abbiamo il GDP finale tedesco del terzo trimestre, e il Kansas Citi Fed.