Accelera bruscamente la correzione sui mercati azionari

La correzione iniziata con la  pubblicazione dell’ISM manufacturing di settembre ieri si è evoluta oggi in una disfatta dei mercati azionari.
In realtà, l’Asia stanotte non aveva preso tanto male  il -1.2% ceduto dall’S&P 500 ieri sera. Merito anche delle chiusure per festività di Shanghai e Mumbai, che avevano tolto spessore all’attività. Fatto sta che Tokyo, Taiwan e Hong Kong hanno mostrato perdite modeste, mentre del calo di Seul (-1.9%) si fa in parte carico il lancio di missili da  parte della Corea del Nord. Perdite attorno al punto percentuale per Sydney e Jakarta.
Purtroppo, dubito che domani la seduta si rivelerà  altrettanto composta.

Su queste basi,  abbiamo approcciato la  seduta europea con un tono debole ma non drammatico. I bonds hanno mantenuto la tendenza debole degli ultimi giorni, con il BTP leggermente impattato dal lancio del 10 anni inflation link annunciato ieri sera. I metalli preziosi hanno dato segnali di risveglio, così come lo Yen.
In mattinata non erano previsti dati di rilievo e così il mercato è  rimasto a rimuginare sui numeri di ieri.

Gli indici hanno quindi intrapreso una costante discesa, che li ha portati ad accumulare in mattinata un passivo significativo. L’aumento della risk aversion si è riflettuto sui safe heaven assets (oro, argento e Yen) ma non sui rendimenti, che sono rimasti in rialzo. Ciò ha avvantaggiato l’€, che ha recuperato gradualmente terreno nei confronti del $, visto che i rendimenti treasury hanno invece reagito all’inabissarsi dei future.

A metà giornata, un ulteriore colpo al sentiment è venuto dall’ADP survey di Settembre, tradizionale antipasto del labour market report. La survey ha indicato 135.000 nuovi occupati del settore privato, rispetto ai 140.000 attesi. Ma il dato di agosto è stato  rivisto al ribasso di 38.000 unità a 157.000. Nulla di drammatico, ma con il mercato che ha già in testa pensieri di recessione, il report ha inferto un altro colpo al sentiment.
Wall street ha aperto in ribasso, e ha continuato a scendere, senza dare mai l’impressione di voler mettere a segno un rimbalzo degno di questo nome. Così l’azionario europeo si è avvitato, e le  chiusure sono impietose, con l’Eurostoxx 50 a -3% e gli altri indici europei in ordine sparso attorno a questo livello.
In pratica, l’intera performance del mese di Settembre è stata cancellata in 2 sedute.
L’esplosione di risk aversion si è fatta notare sul Vix (+15% a 21.3 mentre scrivo) e sui preziosi, che hanno recuperato le perdite degli ultimi giorni (l’oro scambia sopra 1.500$). Robusto anche lo Yen, seguito a distanza dall’€.
Per contro, i cali dei rendimenti treasury, pur presenti,  non sono commisurati all’entità delle perdite azionarie, mentre in Europa  i rendimenti salgono in maniera generalizzata, anche se l’entità dei rialzi è calata nel pomeriggio. La size dell’emissione del 10 anni BTP è stata fissata a 4 bln e quindi la carta italiana paga un po’ di dazio per quest’offerta inattesa. Il petrolio ha risentito, oltre che la risk aversion, della pubblicazione delle scorte EIA (+3.2 ln barili vs attese per 1.2 bln). Alla fine l’attacco dei droni all’Aramco sembra più che altro aver messo fuori gioco gli investitori.
Fin qui la cruda cronaca. Di seguito qualche considerazione.

La reazione delle ultime 24 ore sembra assai sproporzionata rispetto alla causa scatenante, ovvero il deludente ISM manufacturing di Settembre. A ben vedere, la sorpresa più grossa era stato il suo passaggio in contrazione ad Agosto, e le  aspettative di rimbalzo erano forse ottimistiche. Personalmente resto convinto che l’ISM abbia nel 2017/18 sovrastimato il  livello di attività in US, ed ora la  stia un po’ sottostimando, e sia un po’ in ritardo rispetto ad altri indici meno blasonati, ma più coerenti tra di loro, un analisi che ho già illustrato nel pezzo di ieri ( link ).
Peraltro, domani esce l’ISM non manufacturing, che, come le altre survey sull’attività nei servizi in EU e altrove, aveva mantenuto livelli assai più decorosi. E’ probabile che gli investitori temano una debacle anche su questa survey, cosa che sarebbe assai più preoccupante visto che i servizi rappresentano oltre l85% dell’economia USA.
Ma soprattutto, ci sta  che l’ISM abbia funto da catalyst per una debolezza latente, che si è materializzata in seguito allo “shock”. E’ un fatto che l’azionario USA e globale ha assorbito nell’ultimo periodo un bel po’ di colpi,  dal escalation sui dazi, al deterioramento del manifatturiero, alle recenti minacce di impeachment, alla never ending story sulla Brexit, e  il numero di ieri potrebbe essere stato la proverbiale goccia.
L’ISM ai minimi dal 2009 è poi giunto in un momento in cui molti indici azionari erano in fase di test delle resistenze (Eurostoxx, Nikkei) oppure sui massimi di periodo (USA) e il brusco movimento di ieri ha denotato un “fallimento di gruppo”, dando la  stura a pesanti flussi in uscita.

E’ evidente che le  ultime 24 ore infliggono parecchi danni allo scenario tecnico, che sembrava così promettente. Sui principali indici (leggi S&P 500 e Eurostoxx 50 come principali esempi) la candela di ieri costituisce un esemplare engulfing pattern, di cui la  debolezza di oggi è una spettacolare conferma.
L’S&P torna di slancio nel range di agosto, e, rotto il supporto in area 2940 abbiamo il prossimo a 2840, dove passa anche la media mobile a 200 giorni.


Il grafico di medio periodo però assume un aria toppish, a metà tra il testa e spalle e il doppio massimo. l’Eurostoxx 50, oltre al citato engulfing pattern, propone un falso breakout, e colloca il primo supporto  in area 3350.


In generale, si tratta di scenari tecnici che nella migliore delle ipotesi hanno bisogno di tempo per ristabilirsi.

Volendo terminare il lampi odierno con un aria meno tetra, propongo un interessante stusio di Sentimentrader, dove si dimostra, dati alla mano che i crolli dell’ISM manufacturing, per quanto controintuitivo possa sembrare, non sono affatto di cattivo auspicio per Wall Street. Il report inizia sostenendo che i riotrni annualizzati quando l’ISM manufacturing è sotto 48 sono in media dell’11.9%, mentre quando è sopra 58 scende al 2.7%

Dopodichè,  Sentimentrader va a guardare tutti i casi degli ultimi 90 anni in cui l’ISM manuf si è  comportato come recentemente, ovvero:

1) è calato sotto 48 per la  prima volta da un anno ed è  calato  di oltre il  20%. (11 volte)
2) è calato  sotto 48 per la  prima volta da 1  anno e era sopra 60 (9 volte)
3) è calato sotto 48 per la  prima volta da un anno e l’S&P 500 era a meno di 3% dai massimi storici (4 volte)
4) tutti i casi in cui l’S&P era entro 3 punti dai massimi e l’ISM manufacturing era sotto 48 (54 volte)

A guardare i risultati, non sembra che il primo calo dell’ISM in territorio di contrazione porti particolarmente male all’azionario.