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Tra i record di WS arrivano quelli negativi… Si intensifica la risk aversion

Lampi di Colore 980

La discesa di Wall Street, venerdi, ha preso ulteriore velocità  nella parte finale della seduta, traducendosi in una disfatta che ha segnato diversi record:
**  Il maggior calo giornaliero dal  9 settembre 2016 (-2.12%)
** Il maggior calo settimanale da gennaio 2016 (-3.85%)
** Il Vix ha segnato il massimo da novembre 2016
solo per citarne alcuni.
Centro nevralgico delle tensioni sui mercati, la salita dei rendimenti, con il 10 anni US spinto dalle avvisaglie  di inflazione salariale ai massimi da gennaio 2014.
In effetti,  la  salita del  rendimento del  decennale  US da inizio anno ammonta a oltre 40 bps (da 2.40% a 2.93%). Su queste basi, il mercato sta archiviando il concetto di “Goldilocks scenario” ovvero crescita robusta, e inflazione bassa, e quindi condizioni monetarie ultra accomodanti, che ha caratterizzato il 2017. Il  risveglio è reso brusco dal fatto che segue trimestri di buone performance con volatilità minima che hanno reso gli investitori compiacenti.
L’impressione è che dietro questa correzione (ormai più essere definita tale,  essendo giunta sulla  soglia del 5% dai massimi a Wall Street),  non ci sia altro, per il momento, che un eliminazione di eccessi di breve, e che i movimenti sui tassi costituiscano,  almeno in questa fase, più una miccia e nello stesso tempo un canale di trasferimento della volatilità  sugli altri asset, che un problema per il ciclo.

La seduta asiatica non poteva ignorare l’andazzo di Wall Street, e infatti la stra grande maggioranza degli indici dell’area mostra rilevanti perdite,  a  cominciare da  Tokyo, che ha snobbato i buoni PMI services e Composite di Gennaio, perdendo oltre il  2%.
Tra gli altri indici, solo i mercati locali cinesi sono andati in controtendenza, mettendo a segno un modesto guadagno. Apparentemente il rimbalzo è stato aiutato da una concessione dei regulators, in pratica il permesso agli investoitori locali a leva di aggiungere collaterale nel caso il margine si esaurisca (fino ad ora le posizioni venivano liquidate alla margin call). La misura farebbe parte degli sforzi delle  autorità per rendere più stabili i mercati finanziari. Pare che anche la miglior tenuta di Hong Kong sia dovuta a flussi in arrivo dalla Cina. Bloomberg riporta che oggi si sono visti acquisti record provenienti dai canali istituiti per consentire ai cinesi di acquistare sulla borsa dell’ex protettorato. Sul fronte dati,  i PMI markit services e composite hanno sorpreso in positivo (54.7 da 53.9 e massimo dal 2010 per i servizi, vs attese per 53.5) a dimostrazione che il ciclo tiene bene nonostante l’inasprimento della politica monetaria e il controllo del credito.
Tolta la  roba cinese, il miglior indice è  Mumbai (-0.9%) , ma a 5  giorni la sua performance è in linea coi peggiori (-4.1%).
Settore servizi in miglioramento anche in India,  mentre a Hong Kong vi è stato un calo.

La seduta europea ha aperto in gap down, ma gli indici hanno tentato un recupero in mattinata, con alterne fortune.  Sul fronte macro, continuano le buone notizie:  i PMi servizi e composite Eurozone di Gennaio sono stati marginalmente rivisti al rialzo dalle risultanze di 2 settimane fa, già lusinghiere (servizi +0.4 a 58,  composite + 0.2 a 58.8). Entrambi segnano i massimi dal 2007. Con i dati Tedesco e Francese stabili sui livelli della release flash, responsabili del recupero sono i dati servizi Italiano (a 57.7 da 55.4 e vs attese per 55.9) e Spagnolo (a 56.9 da 54.6 e vs attese per 55). L’accelerazione del  settore servizi europeo, più  domestico come natura, negli ultimi 3 mesi  sembra indicare un ulteriore miglioramento della domanda interna. Il livello di crescita coerente con questi PMI è del 3% circa,  niente male per un economia che 15 mesi fa si trascinava su un 1.2%.
Buona aria anche in US dove l’ISM non manufacturing di gennaio ha fatto segnare il record nientemeno che da agosto 2005 (59.9 da prec 55.9 e vs attese per 56.7). La forza è ben rappresentata nei sottoindici, con i new orders che salgono di 8 punti a 62.7 e la business activity +2 punti a 59.8. Forti anche occupazione (+5.3 a 61.6) e prezzi (+2 a 61.9).
Questo report non ha punti deboli praticamente, e segnala  un economia US assai in forma. Ma,  come i payrolls di venerdi,  alimenta timori che il  rialzo dei tassi sia solo agli inizi,  e come tale, non aiuta molto il mercato al momento.
Wall street,  dopo un tentativo  di rimbalzo che la ha portata per brevissimo tempo in pari, ha ripreso solidamente la via del ribasso, deprimendo, nel processo, le  chiusure europee.
L’accelerazione della risk aversion ha infine dato un po’ di supporto ai bonds, che mettono a segno un moderato  rimbalzo, mentre gli spreads periferici allargano moderatamente. Sui cambi,  il $ ha continuato a recuperare in aggregato,  spinto più dal de-risking che dai dati macro.

Sul fronte tecnico, l’S&P 500 ha perforato come da attese il primo supporto in area 2270,  e mira al 38.6% di Fibonacci indicato venerdi in area 2700. Tra quello e il 50% di ritracciamento (area 2650) dovrebbe trovare una maggiore resistenza al  ribasso e fare un tentativo di base. Anche perchè il movimento del Vix, che oggi ha superato area 20,  dovrebbe trovare un potenziale esaurimento tra i livelli di 25 e 30, che lo hanno contenuto nelle occasioni dell presidenziali US   e prima durante la Brexit e a inizio 2106 (in cui pero 30 è stato bucato nel durante).

Lampi di Colore 978

Il Dollar Index,  effettivamente ha disegnato un engulfing pattern venerdi e oggi sta producendo una conferma, anche se non si può definirla entusiasta,  per  il momento. A il quadro tecnico per il rimbalzo di breve c’è  e  acquista forza  sopra 89.60.

Lampi di Colore 979