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Wall Street da record. Revisione al rialzo del GDP US

Lampi di Colore 645

Wall Street ieri ha suonato la sesta, con l’S&P in guadagno di 0.44% (il che porta il recupero totale al 6.5%. Sentimentrader.Com osserva che per essere una seduta che ha visto (significativi) nuovi massimi, è alquanto sorprendente notare che i maggiori volumi sono stati nelle azioni che scendevano. In altre parole i volumi scambiati nelle azioni in rialzo in aggregato hanno rappresentato circa il 40% del totale. Lo stesso autore dichiara che recentemente le stranezze statistiche si sono accumulate, senza che per questo i mercati abbiano dato segni di cedimento (se non nel crollo di mercoledi 17 maggio, recuperato a tempo di record ). In ogni caso, è strano notare maggior attività in discesa piuttosto che in salita in un giorno del genere, e storicamente i ritorni sono stati mediocri nel breve. Significativa anche la circostanza che il Vix è tornato sotto 10, e la skew (differenza tra i future sulla volatilità in scadenza a 1 e a 3 mesi) è tornata bassa (0.8), a indicare che i traders non si attendono fiammate a breve. Sarà perchè l’ultima correzione superiore al 5% sull’azionario US è avvenuta oltre 11 mesi fa? La serie è la più lunga dal ’96 e la sesta più lunga della storia secondo quanto indicato da Bloomberg.
Vedremo se in questo caso le statistiche torneranno utili, oppure vincerà l’analisi tecnica che con il breakout dei giorni scorsi segnala una ripresa del trend rialzista, entrato in consolidamento ai primi di marzo.

Lampi di Colore 644

Parlando di fattori che perdono efficacia, si può tranquillamente citare l’oil che ieri, post conferma di 9 ulteriori mesi di production freeze da parte dell’OPEC ha perso quasi il 5% tornando sotto i 50$. Si è parlato di delusione perchè il freeze non è stato esteso di più o non hanno partecipato altri paesi, ma a me è sembrato che l’outcome del meeting riflettesse il consenso. Si è trattato, a mio parere, del più classico dei “sell the fact”.
Un anno fa, su un movimento del genere il mercato si sarebbe perso almeno un punto e mezzo ma oggi una discesa del genere ha interessato solo l’energy sector, mentre altri settori come Consumers, tech e utilities hanno ampiamente bilanciato.

Qualche vittima in più, il petrolio l’ha fatta in Asia, dove i settori energy e resources hanno frenato alcuni indici. E’ il caso do Tokyo, ostacolata anche dal rimbalzo dello Yen. D’altronde, come noto i rendimenti globali in calo (anche qui l’oil può aver avuto un effetto) impattano sullo yield targeting della BOE riducendo potenzialmente le size del QE. Servirebbero tassi in rialzo (soprattutto in US) ma al  momento, per strano che possa sembrare, abbiamo massimi sulle borse e rendimmenti dei treasury poco distanti dai minimi.
Dalla Cina, news di una modifica nella formula del fixing dello Yuan per tener conto di un “fattore anti ciclico”. Onestamente, non vedo come ciò possa cambiare la sostanza: ieri le autorità volevano dare un segnale di forza per rispondere al dowgrade di Moody’s, e hanno fatto salire  la divisa dello 0.4%.
Proteste, invece sono state elevate dalle autorità per il passaggio di una nave americana nelle acque territoriali. Per il momento queste micce geopolitiche non lasciano traccia sui mercati, anzi, nonostante le frizioni con la Corea del Nord, la borsa di Seul ha messo su quasi il 10% nelle ultime 4 settimane.

La seduta europea è partita, per contro, con un mood opaco. In assenza di news macro di rilievo, gli operatori si sono focalizzati sulla rinnovata forza dell’€, con la collaborazione dell’energy, e delle banche italiane. Sul fronte cambi, robusto storno della Sterlina, in seguito a un sondaggio Yougovt che vede il vantaggio dei Conservatori scendere ad appena 5 punti ( 43% a 38%) dai 9 di una settimana fa. La May trema, il FTSE 100 ringrazia. Deboluccio invece il Dollaro, grazie a un misto di dati macro altalenanti e newsflow su Trump. Il Presidente US ieri ha accusato gli alleati di essere morosi sulla Nato, e i Tedeschi di fare i “cattivi” col settore auto US . Ma la news più pesante è forse che l’inchiesta sul Russiagate si sta ora focalizzando sul suo genero e advisor Kushner.

Su queste basi, l’azionario continentale ha accumulato perdite che a metà giornata sfioravano il punto percentuale. L’inversione di tendenza ha avuto la stessa origine della caduta: il dollaro ha invertito la marcia, per accelerare quando la seconda revisione del GDP US lo ha elevato da 0.7% a 1.2% (annualizzato, beninteso) grazie a incrementi nelle poste degli investimenti e dei consumi. Sono per contro rimasti deboli i redditi lordi, e i profitti aziendali (qualcuno lo spieghi all’S&P 500).
Deludenti, per contro, i durable goods orders per aprile, con il dato depurato delle componenti volatili (trasporti e difesa) invariato rispetto a um marzo rivisto a sua volta da +0.5% a invariato. Il dato causerà ulteriori revisioni al ribasso delle stime del GDP del secondo trimestre, ma intanto la base è salita.
Il moderato calo dell’€ ha permesso all’azionario europeo di ridurre la perdita a una frazione, mentre Wall Street non ha ancora deciso se suonare la settima o prendere fiato.
Diversamente dall’azionario (in particolare US) i rendimenti dei bonds non si sono spostati granchè da dove li aveva fatti scendere la fiammata di volatilità della settimana scorsa. Una componente di questo movimento sono di sicuro le attese di inflazione che continuano a calare. Il messaggio è lo stesso che danno i Fed Funds, quando si rifiutano di prezzare lo scenario FED (vedi lampi di ieri). Meno male che Praet ha detto mercoledi che il rischio deflazione è svanito.

Lampi di Colore 646