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Geopolitica e elezioni francesi gravano sul sentiment

Lampi di Colore 582

NB: Lampi si ferma da domani fino a lunedi compreso

Clima vacanziero e price action quieta, si diceva ieri. E in effetti l’ S&P 500 ha chiuso in rialzo di 0.07%, dopo una settimana, quella scorsa, in cui la peggior seduta era stata un -0.31% e la migliore un +0.19%.
Ma oggi, apparentemente, la concomitanza del crescere delle tensioni geopolitiche con le elezioni francesi sta avendo ragione del clima pasquale.

Il tono è risultato contrastato fin dalla seduta asiatica. Il ritorno dello Yen sui minimi ha nuovamente infastidito Tokyo, che è vittima di un circolo che da virtuoso si è trasformato in vizioso. Finchè le pressioni sui tassi globali erano al rialzo, lo yield targeting della BOJ, ancorando i rendimenti tramite un incremento degli acquisti, aumentava l’easing erogato e zavorrava lo Yen. Quando il trend si è invertito, automaticamente lo yield targeting ha reso la politica monetaria BOJ in relativo più restrittiva, offrendo supporto alla divisa giapponese e inducendo gli investitori internazionali a smontare gli acquisti fatti nella prospettiva di una svalutazione massiccia guidata dal rialzo dei tassi globali. In quest’ossessione per il livello dello Yen, i multipli del mercato giapponese, in generale migliori sia di US che Europa, vengono totalmente snobbati (vedi sintesi ad opera di Citigroup).

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Tra gli altri indici, deboli le azioni cinesi quotate a Hong Kong (anche per timori di maggior regolamentazione) mentre Shanghai e Shenzen si sono riprese nel finale, sempre sotto l’effetto delle aspettative relative alla costruzione del nuovo distretto di  Xiongan annunciato una settimana fa.

Sull’apertura europea hanno continuato a pesare anche le vicende politiche francesi riassunte sul pezzo di ieri, vicende che continuano a trovare ampio spazio sui media. Non a caso, anche oggi lo spread vs bund di Francia e Italia è stato sotto pressione fin da subito. Poco ispirate anche le banche europee, che cominciano a veder svanire la possibilità di rendimenti in rialzo e curve dei tassi più ripide (il bund continua a flirtare con 0.2% e il 2y tedesco è tornato a -0.85%).
Sul fronte macro, sopra attese lo ZEW di aprile, a dimostrazione che gli analisti restano ottimisti sulle prospettive economiche tedesche, ma la produzione industriale europea di febbraio ha deluso, anche se soprattutto per il calo di output delle utilities.

Su quello geopolitico, a 48 ore dal termine del summit, Trump ha ribadito che se la Russia non mette ordine in Nordcorea, ci penseranno loro (TRUMP, IN NOTE ON TWITTER, SAYS: “NORTH KOREA IS LOOKING FOR TROUBLE. IF CHINA DECIDES TO HELP, THAT WOULD BE GREAT. IF NOT, WE WILL SOLVE THE PROBLEM WITHOUT THEM”), mentre Putin ha dichiarato che la Siria non ha armi chimiche e ad usarle sono i ribelli, che mirano provocare altri attacchi US.

Nel primo pomeriggio in US, lieve assestamento dell’ottimismo della piccola e media impresa US in marzo, in linea con le attese. Ma, contrariamente a quel che ritenevo, i l grosso dei dati è stato raccolto prima del flop di Trump su Obamacare. Il principale problema per i piccoli business sembra essere il reperimento di personale specializzato. E che il mercato del lavoro sia in salute lo dimostrano anche le aperture di posizioni lavorative in Febbraio, ai massim i da 7 mesi.

Sembrava un apertura tranquilla, quella di Wall Street, ma poco dopo i primi scambi gli indici US hanno preso rapidamente la via del ribasso, senza apparente catalyst, visto che le citate news erano ben antecedenti. La risk aversion si è propagata anche ai tassi, col treasury 10 anni rapidamente tornato al 2.30% e ai cambi, con lo Yen che ha bruscamente rotto quota 110 vs $. Dopo un iniziale fase di smarrimento, l’azionario europeo è comunque riuscito a limitare i danni, chiudendo con perdite moderate. Ma il bund, lo yen e l’oro hanno restituito ben poco dei loro guadagni, e, per il momento, il recupero di Wall Street è stato di intensità  inferiore.

Su un po’ di asset, siamo su livelli tecnicamente importanti:
Il 10 anni treasury è appoggiato sul supporto in area 2.30% e se dovesse romperlo in maniera definitiva si configurerebbe una sorta di doppio massimo.

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Inutile dire che le banche non gradirebbero. L’indice US di settore si trova a sua volta a contatto con un importante supporto

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Oggi Trump è tornato a parlare della Dodd Frank ma il settore non ha reagito granche per il momento (*TRUMP: `KEEPING SOME BUT REPLACING MANY’ DODD-FRANK REGS)

** Lo Yen ha bucato quota 110, sulla quale danzava da un po’. Se non la recupera alla svelta, sono brutte notizie nel breve per Tokyo e per il risk appetite globale. Naturalmente la questione è strettamente legata alla direzione dei tassi.

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Naturalmente eventuali rotture devono prima avvenire (e anche lo yen deve chiudere sotto 110) e poi venire confermate dalla price action successiva. E il periodo di vacanza è un ulteriore caveat, perche le asssenze dai desk e l’attività modesta riducono la significatività dei segnali. Ma le relazioni tra i vari quadri sono significative.