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Prime prese di beneficio sugli asset italiani dopo il rimbalzo.

E venne il  giorno delle prese di beneficio sui BTP.
La  giornata è iniziata con un tono discreto, in Asia,  anche se alla fine le chiusure dei principali indici, in aggregato, non sono state positive quanto il sentiment avrebbe fatto supporre.
Tokyo ha iniziato bene,  favorita dalla forza del Nasdaq (record in chiusura ieri sera) e dalla debolezza dello Yen, ma un paio di dati macro brutti ne hanno frenato  il rialzo. La spesa per consumi di aprile ha deluso (-1.3% anno su anno da -0.7% di marzo e vs attese per +0.7%),  mentre i PMI servizi e composite di maggio hanno mostrato marcati cali (rispettivamente a -1.5 a 51 e -1.4 a 51.7) fermandosi non troppo sopra la  soglia di stagnazione. Effettivamente, il quadro macro giapponese nei primi mesi del 2018 lascia alquanto a desiderare. Forse l’accelerazione di USA e Cina e il ridimensionamento del prezzo del petrolio potranno offrire un po’ di supporto nei prossimi mesi.
PMI servizi di maggio in calo anche in India (-1.8 a 49.6) e Hong Kong (-1.3 a 47.8), mentre il dato cinese è rimasto stabile a 52.9, tutto sommato un buon livello. Sarà anche per questo che l’azionario locale ha outperformato il resto dell’area, mentre Hong Kong ha segnato  il passo, e Sydney e Mumbai sono scese.

La revisione dei PMI servizi e composite europei di maggio non ha portato particolari spunti. Il dato europeo composite aggregato è stato confermato al livello flash di 54.0, minimo da 18 mesi. In moderato  aumento i dati  servizi spagnolo e italiano,  non ancora disponibili 2 settimane fa, mentre invariate sono rimaste le  letture in Francia e Germania. In generale  valgono le  considerazioni fatte 2 settimane fa, sul fatto che la perdita di momentum del ciclo europeo non accenna a stabilizzarsi.
Deboli anche le retail sales Eurozone di aprile (+0.1% vs 0.5% atteso) ma se non altro il dato di marzo è stato rivisto al rialzo di uno 0.3% a +0.4%.

Sin dall’apertura, si è capito che il l’occasione del discorso di Conte al Senato avrebbe fornito, a prescindere dai contenuti, la scusa per prese di beneficio sui titoli di stato  italiani. L’azionario europeo non si è  però fatto impressionare più di tanto dalla debolezza iniziale del BTP, ed è partito con discreti progressi, seguito di malavoglia da Piazza Affari, il cui rimbalzo era andato in stallo già lunedi. Sul fronte settoriale, le banche continuano ad essere un punto dolente. A penalizzare gli istituti nazionali sono le  parti del  Programma del Governo del  Cambiamento che li riguardano, ovvero la possibile separazione delle attività  bancarie (tra esercizio del credito e investment banking) e la minaccia di una complicazione dell’iter di escussione delle garanzie. Per quelli europei, il ragionamento è un po’ meno immediato. Ma sicuramente non gradiscono il vento freddo che spira sull’economia Eurozone nell’ultimo periodo.
Personalmente, nel discorso di Conte al Senato non ho  ravvisato dettagli particolarmente problematici, rispetto a ciò che già  si sapeva.  Sta di fatto che dalle 12 in poi,  le vendite sui titoli di stato  italiani si sono intensificate, Piazza affari è passata  progressivamente in negativo, e  l’azionario europeo ha ceduto terreno. D’altronde, dopo i progressi messi a segno da martedi scorso su spread e azionario nazionale, prese di beneficio erano da mettere in conto, anche in assenza di particolari catalyst.

Nel pomeriggio, altra conferma della  solida salute dell’economia USA in questa primavera. L’ISM non manufacturing di maggio ha sorpreso in positivo un consenso che già lo  vedeva salire (58.6 da 56.8 e vs attese per 57.7). La  forza è confermata dai sottoindici,  con ordini e attività sopra 60. Il quadro è completato da job openings di aprile al nuovo massimo storico, 348.000 unità, pari ad un 6%, sopra attese.
Niente che non sapessimo di già, a  questo  punto.
Infatti, la  reazione di azionario tassi e divisa è stata modesta, dopodichè la  debolezza degli asset italiani ha ripreso  il sopravvento, fiaccando le  resistenze dell’azionario europeo e levando brillantezza anche a Wall Street. A fine seduta,  lo spread BTP recupera 31 bps a 240, i rendimenti della carta tedesca tornano a scendere, e l’azionario europeo chiude in negativo ad eccezione del Dax, il cui punto percentuale di progresso della mattinata si riduce a un incremento marginale. E Milano cede oltre l’1% mentre le banche europee lasciano sul terreno quasi il 2% e l’indice bancario italiano oltre il 3%.Ironicamente, l’€ si è un po’ ripreso, grazie al circolare di indiscrezioni secondo cui al meeting della prossima settimana il Governing Council potrebbe comunicare quando verrà terminato il QE. Una conclusione abbastanza scontata (da tempo si sa che i meeting buoni sono giugno o luglio), ma atta a far presa su un contesto già nervoso.

Sul fronte US, un paio di notizie potenzialmente interessanti:
1) Secondo il WSJ, la Cina avrebbe offerto agli USA di comprare circa 70 bln l’anno di prodotti agricoli e energia, se Trump abbamdonerà il proposito di istituire i dazi il prossimo 15 giugno.
2) Il senatore Bob Corker, un Repubblicano, vuole promuovere un progetto di legge che restituisca al Congresso il controllo delle politiche commerciali. Il progetto di legge, che prevede 2 anni di retroattività, attribuirebbe al Congresso il diritto di veto sui provvedimenti presi di recente e quelli a venire. Naturalmente l’iter del progetto sarà quanto mai difficile. Ma non è un mistero che una discreta parte dei repubblicani è scettica sulle strategie commerciali della casa Bianca.
Vedremo domani se vi saranno reazioni percettibili sull’azionario cinese.