Miglior seduta dal day after Macron per l’Eurostoxx

Quello avvenuto ieri sera a Wall Street è  stato un reversal di proporzioni notevoli. L’S&P ha aperto in calo di 1.4% (ma il future in mattinata europea aveva mostrato un passivo di oltre il  2%) e, in corso di seduta,  ha recuperato tutto, per chiudere in guadagno di 1.16%,con uno swing di oltre 2 punti e mezzo.

L’ottimo Sentimentrader.com ha condotto una seria analisi dei precedenti, inserendo nel campione tutti i casi in cui, durante un trend positivo di mercato  (inteso come livello dell’indice sopra la  media mobile a 200 giorni, con la stessa orientata al  rialzo), l’indice ha trattato sotto la chiusura minima degli ultimi 2 mesi, per poi recuperare mettendo a segno un rialzo di oltre l’1%.  Negli   ultimi 35 anni i precedenti sono solo 7 e in tutti e 7 il rally è continuato la settimana successiva.

Se si addolciscono i termini del campione, considerando i casi in cui l’indice ha chiuso  con più  di 0.5% di guadagno, le  osservazioni aumentano di numero e il backtesting segnala che a  1  mese la  performance è stata positiva 2 volte su 3 e a 2 mesi 3  volte su 4. Se si considerano tutti i casi in cui l’indice ha chiuso in positivo dopo un apertura con le caratteristiche sopracitate,  le statistiche migliorano ulteriormente.
Per quel che si può giudicare al momento, il test oggi risulta positivo.
Sentimentrader ha eseguito anche un backtest dei casi in cui si sono succeduti movimenti superiori all’1% (in negativo o positivo) al ritmo delle ultime 2 settimane (in altre parole periodi di volatilità realizzata elevata). Qui le implicazioni di breve sono poco significative ma a 2 mesi la  performance è stata positiva ancora in 3 casi su 4, e ad un anno la  performance media è stata molto buona. Vedremo.

Il catalyst  del movimento,  per  lo meno per la sua parte esplosiva (il recupero del sentiment era iniziato in tarda mattinata) sembra essere stata una serie di dichiarazioni tranquillizzanti di Kudlow (nessuna delle tariffe è stata ancora applicata, sono solo proposte aperte a modifiche, non c’è nulla di definitivo ed è tutto aperto a negoziazione col Congresso, con i rappresentanti dei settori colpiti e con la Cina stessa). Dichiarazioni distensive anche da parte del Segretario del  Commercio Ross.
Visti gli interessi in gioco, sono da tempo convinto che si giungerà ad una soluzione negoziale,  che minimizzi l’impatto delle misure sulle economie. Detto questo, conoscendo il decorso tipico  di queste negoziazioni (e lo  stile  di Trump) attendiamoci altre frizioni prima di un settlement finale che dista probabilmente mesi.

Naturalmente il sollievo è stato ben percettibile in Asia, anche se la chiusura per festività di tutte le  piazze cinesi (Hong Kong compresa) ha sottratto un po’ di intensità al movimento.  Tokyo, che ieri aveva chiuso prima del crollo, ha comunque incrementato significativamente il recupero,  forte di uno Yen tornato sopra 107 vs $. Progressi significativi anche per Mumbai e Seul.

Improvvisamente sgravato dalle pressioni ribassiste d’oltreoceano, l’azionario europeo, che sembrava scalpitare da alcuni giorni (vedi performance relativa vs USA),  ha messo a segno il rialzo più  grosso dal day after la  vittoria di Macron (24 aprile 2017). L’Eurostoxx è partito con un gap dell’1.6% e non si è praticamente più guardato  indietro. Sul fronte macro,  la revisione dei PMi  europei servizi e composite non hanno portato novità  di rilevo. Il dato  europeo, rivisto al  ribasso di 0.1,  vede un calo di 1.9 punti a marzo, ma resta coerente con una crescita di 0.6% a trimestre.
Il punto qui e cosa succede ad Aprile: un altro calo marcato rafforzerebbe la sensazione che il picco della crescita Eurozone è  ormai alle spalle. Diversamente,  parliamo solo  di una moderazione da livelli insostenibili. Brutto il dato italiano (-2.5 a 53.5 il  composite), non noto 2 settimane fa alla pubblicazione dei dati flash. Non troppo belli nemmeno i  factory orders tedeschi di febbraio,  rimbalzati meno delle attese., cosi come le retail sales eurozone per lo stesso mese,  anche alla  luce della revisione del dato di gennaio.
Qualche dato anche in US: rimbalzo dei claims  settimanali, che restano comunque a livello frizionale, mentre la bilancia commerciale US di febbraio non è di quelle che aiutano il  dialogo  con la  Cina,  visto che il  deficit è risultato superiore alle attese ( 57.6 bln vs 56.8 stimati) quasi esclusivamente a causa dell’incremento di quello bilaterale Cina-USA. Il dato è probabilmente distorto dalla festività del Capodanno cinese.

Nulla in grado comunque di disturbare troppo un azionario che anche in US, continua a festeggiare la  fase di distensione sul trade, aiutato dal citato miglioramento del quadro tecnico, e con un occhio ai payrolls e al discorso di Powell domani, e l’altro all’inizio dell’earning season US alla fine della prossima settimana. Ovviamente l’S&P ha fatto un 3% in 24  ore e quindi un po’ di consolidamento è da mettere in conto a breve.
Il recupero del  sentiment ha sottratto supporto ai bonds globali, con i rendimenti che salgono più o meno ovunque. Un asta spagnola non troppo richiesta ha impedito ai periferici di performare bene vs core.
Sul fronte cambi, il  Dollaro ha continuato a recuperare generalmente, portandosi sui massimi del recente range, in voga da metà gennaio.
Il  quadro tecnico del  biglietto  verde, alla vigilia dei payrolls e della testimonianza di Powell, è  interessante. Il  dollar index è al  cospetto della resistenza che lo ha respinto 2 o 3 volte negli ultimi 2 mesi (area 90.5)

L’€/$,  principale componente del basket (57%) per contro, è appoggiato sul supporto in area 1.2220, teatro di  un paio di rimbalzi e di una falsa rottura nello stesso lasso di tempo.

Un quadro  simile non ha portato a sviluppi positivi a fine febbraio.  Di fatto l’esplosione delle tensioni sul trade ha  minato il biglietto verde, riportandolo nel range.
Questa volta abbiamo in più sul lato tecnico un consolidamento di durata doppia, e una sostanziale tenuta del Dollaro a fronte dell’infuriare della crisi sui dazi,  e  su quello fondamentale un marcato divaricamento di performance tra i dati macro del blocco US rispetto a quello europeo (vedi lampi di mercoledi 28). Il  positioning sul  dollaro è meno difensivo di settimane fa, ma quello sull’€ è ancora più  iperesteso.  Sorprese rilevanti domani potrebbero creare movimenti importanti, e comunque dati in linea con le attese non dovrebbero danneggiare quello che sembra un quadro promettente nel breve.